Nato, al via le esercitazioni militari nel Mar Baltico: coinvolti 16 Paesi e oltre 4 mila soldati

Partecipano anche Svezia e Finlandia. L’obiettivo è «prepararsi a garantire la difesa collettiva e l’attuazione di una politica di deterrenza»

Comincia oggi, 5 giugno, l’esercitazione militare della Nato nel Mar Baltico. Le operazioni proseguiranno fino al 17 giugno. A prendervi parte sono 16 Paesi, incluse Svezia e Finlandia in qualità di Stati partner. L’esercitazione ha come obiettivo «quello di prepararsi a garantire la difesa collettiva e l’attuazione di una politica di deterrenza». Con più di 4.000 militari coinvolti, oltre 60 aerei, 40 navi di varie classi e truppe d’assalto marittimo, l’esercitazione chiamata Baltops è una delle principali nel Nord Europa. Nelle acque della Lettonia saranno condotte diverse operazioni che coinvolgono navi, aerei e veicoli blindati appartenenti alla Nato. Le manovre tattiche invece si svolgeranno nel Mar Baltico e nello spazio aereo della regione per concludersi poi a Kiel, in Germania.


A prendere parte alle esercitazioni anche la Uss Kearsarge, la nave d’assalto anfibia degli Stati Uniti che ospita 26 aerei da guerra e 2.400 tra marines e marinai. «Nessuno a Stoccolma può ignorare che c’è questa grande nave qui nella nostra città», ha detto Micael Byden, il comandante supremo delle forze armate svedesi, durante una conferenza stampa a bordo raccontata dal New York Times. «La Uss Kearsarge», scrive il giornale statunitense, «è uno dei mezzi messi in campo dagli Usa dopo la promessa di garantire la sicurezza di Svezia e Finlandia nel periodo fra la loro richiesta di entrare nella Nato e il via libera, su cui incombe ancora il veto turco. Ma è anche un monito ai due Paesi nordici sui loro potenziali obblighi in caso di conflitto».


E a confermarlo è lo stesso capo di stato maggiore Usa Mark Milley: «La Russia ha la sua flotta baltica ma anche la Nato avrà la sua presenza nel Baltico una volta che Svezia e Finlandia entreranno nell’Alleanza. Da una prospettiva russa, questo sarà molto problematico, militarmente parlando».

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