Marco D’Annunzio, le pazienti del medico di Milano raccontano gli abusi: «Non riuscivo a reagire, ero paralizzata»

Richieste di foto intime in chat, visite ginecologiche non volute e domande sulla loro vita sessuale: le testimonianze delle presunte vittime dell’infettivologo

Sono 6 i casi di violenze e abusi ai danni di altrettante giovani pazienti di cui è accusato Marco D’Annunzio, dirigente medico infettivologo di 43 anni al centro Crh-Mts, dell’Ats di Milano. Attualmente l’uomo si trova ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Tutti gli episodi in questione sono avvenuti tra agosto 2021 e febbraio 2022, ma la Procura di Milano sta valutando diverse altre testimonianze. D’Annunzio è stato sospeso dalla struttura, ma secondo il gip che ha disposto i domiciliari c’è il «grave pericolo che il medico possa abusare di pazienti ogni volta che si trovi di fronte a una paziente di sesso femminile», vista la sua «spregiudicatezza». Anche dopo gli ammonimenti di dicembre, arrivati a seguito di una segnalazione anonima all’Ufficio relazioni con il pubblico dell’Ats, D’Annunzio (che non era stato allontanato) «ha perpetuato gli abusi».


Le indagini

Le indagini erano partite a dicembre 2021, dopo che una delle ragazze aveva trovato il coraggio di denunciare. Lo schema delineato dagli inquirenti era sempre lo stesso: secondo l’accusa, D’Annunzio sceglieva ragazze particolarmente «fragili» e offriva loro sostegno psicologico perché cominciassero a fidarsi di lui. Si faceva dare il loro numero di telefono e poi iniziava ad approfittare di loro.


Le testimonianze

Su WhatsApp, testimoniano alcuni racconti delle pazienti, le conversazioni si facevano abusanti: il medico avrebbe chiesto loro foto delle parti intime con la scusa di verificare lo stato di un’infezione. Anche le visite, raccontano, si trasformavano in violenze sia verbali che fisiche, «con azioni ed espressioni che il medico cercava di giustificare come parte del suo lavoro». Secondo le testimonianze, l’uomo faceva domande sulle loro abitudini sessuali e imponeva visite ginecologiche non richieste.

«Gli avrei voluto rifilare un calcione, ma ero paralizzata»

Una delle presunte vittime ha raccontato la presunta violenza durante la visita: «Mi è venuto istintivo chiudere le gambe, ma lui le ha riaperte, provando a rassicurarmi. Gli avrei voluto rifilare un calcione, ma ero paralizzata». Un’altra sua paziente ha raccontato che, dopo una visita nella quale era stata abusata, D’Annunzio si era offerto di accompagnarla a casa. «Non pensavo di correre pericoli facendomi visitare», avrebbe detto la giovane al pm.

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