La Federazione internazionale di nuoto dice No alle nuotatrici transgender nelle gare d’èlite femminili

La Fina ha annunciato che istituirà anche una categoria aperta per i nuotatori la cui identità di genere non coincide con il sesso biologico

La Federazione internazionale di nuoto (Fina) ha votato contro la possibilità alle atlete transgender di gareggiare nelle competizioni d’élite femminili. Secondo le nuove direttive, per accedervi devono avere completato la transizione di genere entro i 12 anni, eventualità molto remota dati i tempi tecnici e psicologici che necessita un percorso di questo tipo. La decisione, votata con il 71,5 per cento da 152 membri della Fina, è stata presa durante il congresso generale straordinario svoltosi ai Mondiali di nuoto, in corso a Budapest. La Fina aveva organizzato un incontro preliminare con un gruppo scientifico, istituito nel novembre 2021, composto da medici, soprattutto endocrinologi, e da esperti di legge, di discriminazioni e di sport e ha, infine, istituito una nuova politica di inclusione di genere che entrerà in vigore da domani, 20 giugno. «Il sesso biologico è un determinante chiave delle prestazioni atletiche», si legge nel documento, e «il divario che si crea in esse è dovuto anche alle differenze di sesso che emergono all’inizio della pubertà», motivo della scelta di mettere come confine i 12 anni.


La Fina istituirà una «categoria aperta»

La Federazione si è posta anche l’obiettivo di definire anche una nuova categoria «aperta» per i nuotatori e le nuotatrici la cui identità di genere non coincide con il sesso biologico e, a tal fine, istituirà un ulteriore gruppo di lavoro che nei prossimi 6 mesi definirà le modalità di creazione di essa. «Dobbiamo proteggere i diritti dei nostri atleti a competere, ma dobbiamo anche proteggere l’equità competitiva nei nostri eventi, in particolare la categoria femminile alle competizioni Fina», ha dichiarato il presidente della Fina Husain Al-Musallam. «Non voglio che a un atleta venga detto che non può competere ai massimi livelli», ha specificato il presidente durante il congresso straordinario a Budapest. «La creazione di una categoria aperta significherà che tutti avranno l’opportunità di competere a livello d’élite. Questo non è mai stato fatto prima, quindi la Fina dovrà aprire la strada».


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