Inchiesta Pio Albergo Trivulzio, il gip boccia la richiesta di archiviazione: «Negligenze della dirigenza. Si è verificato il decesso di un numero spropositato di ospiti»

Durante la prima ondata di Covid alla Rsa milanese sono morti circa 400 ospiti. La procura però aveva chiesto l’archiviazione dell’inchiesta perché dopo le indagini non erano state trovate «condotte colpose»

La giudice per le indagini preliminari Alessandra Cecchelli non ha accolto la richiesta di archiviazione presentata per l’inchiesta sulle morti al Pio Albergo Trivulzio, la Rsa di Milano dove durante la prima ondata di Coronavirus nel 2020 sono morti circa 400 ospiti. La richiesta di archiviazione era arrivata dalla Procura di Milano, secondo i pm non era stata acquisita «alcuna evidenza di condotte colpose o comunque irregolari». L’accusa più grave pendeva sul direttore generale Giuseppe Calicchio, indagato per epidemia colposa e violazione delle regole sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Ad opporsi all’archiviazione è stata l’associazione Felicita, dove sono rappresentati i familiari degli anziani che erano ospiti della struttura.


Secondo la giudice Cecchelli le indagini hanno fatto venire a galla «negligenze della dirigenza del Pio Albergo Trivulzio segnalate dallo stesso personale sanitario, pur allo stato delle conoscenze disponibili nei mesi in cui si è verificata la diffusione del Covid». In questo contesto i dati sui decessi sarebbero infatti troppo alti rispetto alla media: «Si è verificato il decesso di un numero evidentemente spropositato di ospiti». Ora il pm avranno altri sei mesi per continuare le indagini: così da poter ultimare una nuova perizia «più articolata». L’associazione Felicita ha commentato così la notizia: «Le 16 pagine di motivazioni sono un duro richiamo alla Procura anche e soprattutto rispetto a alcune valutazioni da essa espresse per motivare l’archiviazione.Questa sera siamo più sereni e fiduciosi che giustizia possa essere fatta».


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