Inchiesta sul Pio Albergo Trivulzio: i pazienti trasferiti nell’istituto avevano sintomi del Coronavirus

La sottosegretaria Zampa accusa dal governo: «I contagiati non dovevano entrare»

Il professor Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) solo ieri aveva definito la situazione delle Rsa durante la pandemia di Coronavirus «un massacro», chiedendo conto al Governo Conte Bis di individuare le responsabilità e le falle che hanno causato la morte di centinaia di anziani su tutto il territorio nazionale. Uno dei casi più discussi è quello del Pio Albergo Trivulzio di Milano, dove si è registrato un numero anomalo di decessi per Covid-19.


Oggi dalle indagini sul Pat arrivano nuovi dettagli sulla gestione dell’emergenza da parte della struttura. Da gennaio, al Pio Albergo Trivulzio sarebbero stati ricoverati «molti pazienti» con polmoniti e sintomi di insufficienza respiratoria. Secondo quanto riporta l’agenza di stampa Ansa, «criticità di questo tipo» erano state riscontrate anche in una ventina di pazienti ufficialmente non Covid, trasferiti nella struttura dopo lo scoppio dell’emergenza.


Inoltre in un documento datato 19 marzo dal Pat sono arrivate plurime richieste di mascherine e altri dispositivi indirizzate a società operanti nel settore e alla Centrale regionale committenza. Richieste che però non avrebbero ricevuto risposte. Ieri, 15 aprile, la Guardia di Finanza è entrata nella Regione Lombardia per acquisire documenti relativi a disposizioni sulla gestione delle Rsa sul territorio. Tra il materiale acquisito anche la delibera dell’8 marzo con cui la Regione ha disposto che una parte dei posti letto delle Rsa venissero destinati a pazienti affetti da Coronovirus per liberare posti negli ospedali.

Zampa: «Dal primo giorno la Lombardia è andata contro le indicazioni del Governo»

La sottosegretaria del ministero della Salute Sandra Zampa ai microfoni di Circo Massimo ha duramente accusato la giunta regionale guidata da Attilio Fontana: «Dal primo giorno la loro politica è stata quella di disattendere le indicazioni del governo, di andare in direzione contraria, prendere le distanze. Questo è avvenuto per ragioni politiche». 

«Ma dovremmo chiederci come mai la Lombardia abbia un numero di contagiati sproporzionatamente alto rispetto alle altre regioni», ha proseguito la sottosegretaria Zampa. «Erano state date disposizioni a tutti di non far entrare possibili contagiati. Invece così è avvenuto – sottolinea Zampa – Il virus non vola nell’aria, qualcuno deve averlo portato».

Zampa: «Le disposizioni valevano per tutti: bisogna verificare se sono stati fatti tutti i controlli»

E infine Zampa affonda ulteriormente la gestione dell’emergenza da parte della Regione Lombardia, ma esclude l’ipotesi di commissariamento della Regione. «Le disposizioni erano valide per tutti, non solo per la Lombardia. Sia l’Istituto Superiore di Sanità che una circolare del Ministero imponevano di controllare l’ingresso di possibili casi positivi. Invece lì c’è stato un numero di decessi anomalo, molto alto», ha osservato Zampa. Quanto al possibile commissariamento la sottosegretaria Zampa aggiunge: «Non credo che Conte arriverà a questo, ma Fontana deve riflettere sull’alto numero di contagi nella sua Regione».

«Si tratta di una materia molto delicata, bisogna verificare se sono stati fatti tutti i controlli possibili», ha precisato la sottosegretaria. Ma Zampa ha già lanciato un monito alla Regione, dato il numero di contagi e di morti ancora molto alto rispetto ad altre regioni italiane: «Se la Lombardia decidesse di riaprire dal 4 maggio, il governo potrebbe impugnare il provvedimento regionale». «Quando si decide cosa aprire – sottolinea Zampa – bisogna quantificare la movimentazione di persone e tutti i contatti possibili. È evidente che, ad esempio, il sistema dei trasporti è una sede di contagio, quindi bisogna immaginare che tipo di tutela si dovrà imporre».

Al contempo, gli atti per verificare se ci sono state negligenze e falle nell’applicazione delle misure di contenimento sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza sia nelle Rsa, sia nel Palazzo della Regione Lombardia, nell’attesa di certificare quali indicazioni siano state date dalla giunta guidata da Fontana alle Rsa regionali, incluso il Pio Albergo Trivulzio.

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