Caporalato, sfruttavano i braccianti stranieri per 50 euro al mese (senza acqua e cibo): quattro arresti a Forlì

Gli indagati reclutavano i lavoratori, li intimidivano, e li tenevano sotto controllo, costantemente, mentre lavoravano

Lavoravano nei campi fino a 80 ore la settimana, sotto al sole, per 50 euro al mese. Sono circa 45 richiedenti asilo, in gran parte pachistani e afghani che, secondo le indagini della squadra mobile di Forlì, sono stati a lungo sfruttati nei campi da un’organizzazione che li alloggiava in casolari senza acqua calda e con poco cibo e materassi a terra. Su disposizione del Gip di Forlì la polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia in carcere nei confronti di 4 pachistani, nell’ambito di un’operazione contro il caporalato, con l’ispettorato del lavoro e l’Inail.


Gli indagati reclutavano i lavoratori, li intimidivano, e li tenevano sotto controllo, costantemente, mentre lavoravano. Inoltre a loro spettava individuare e gestire i rapporti con i committenti. Un affare che ha portato ai quattro guadagni tra gli 80 e i 100mila euro, inviati attraverso i canali Western Union o Money Gram in Pakistan su conti di persone fittizie. Nel mirino degli inquirenti sono finiti anche alcuni titolari di aziende agricole della Romagna che impiegavano gli stranieri.


Caporalato e Coronavirus

Solo poche settimane fa Aboubakar Soumahoro, sindacalista dell’Usb ed ex bracciante, aveva indetto uno sciopero per protestare contro le scelte fatte dal governo a fronte dell’emergenza sanitaria. «Con l’esplodere della pandemia da Coronavirus ci siamo ritrovati tutti confinati. Qualcuno però è confinato nelle aree rurali senza acqua corrente o potabile». Carenza di materie prime per sopravvivere, ma anche di protezioni, cosa che mette in serio pericolo i braccianti. «Si pensa a tutelare i grandi distributori, garantendo il funzionamento di tutto il sistema, ma ci si dimentica di chi ne garantisce la tenuta», aveva detto Soumahoro.

Il 19 marzo, nel nono giorno di quarantena totale, durante i controlli contro la diffusione del Covid-19 il commissario di Terracina ha fermato tre furgoni con 25 braccianti bengalesi e italiani. Viaggiavano senza guanti e mascherine, ammassati l’uno vicino all’altro per raggiungere i campi dell’Agro Pontino.

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