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Ricciardi (Oms): «Coronavirus più letale dell’influenza. Per il vaccino servono due anni»

25 Febbraio 2020 - 12:07 Redazione
Non sarebbe servito mettere in quarantena chiunque rientrava dalla Cina «però tracciare tutti sì», ha detto

Il Coronavirus «non è come una normale influenza, ha un tasso di letalità più alto. E soprattutto, se non la fermiamo rapidamente, rischia di richiedere un numero di posti di terapia intensiva superiore a quelli che ci sono nei nostri ospedali». Certo, l’arrivo del caldo «potrà aiutarci», ma «non sarà il clima a fermarlo, lo fermeranno le misure che metteremo in atto». Parla così, in un’intervista a Il Messaggero, Walter Ricciardi, membro italiano del comitato esecutivo dell’Organizzazione mondiale di Sanità (Oms), che ha ricevuto dal Ministro della Salute Roberto Speranza l’incarico di coordinare le relazioni con gli organismi sanitari internazionali.

«Per il vaccino serviranno due anni», dice. Poi, parlando di numeri e statistiche, racconta: «la proporzione è questa: l’ 80 per cento dei contagiati guarisce, il 15 per cento ha delle problematiche più o meno gravi, il 5 gravissime. Il 2-3 per cento purtroppo morirà. In terapia intensiva arriverà una parte di quel 15 per cento, in rianimazione una parte del 5».

Se il numero degli infetti dovesse aumentare notevolmente, «dovrebbero essere riconfigurati gli ospedali per accogliere tutti i pazienti». Per questo «serve un’unica catena di comando, che faccia capo al ministro Speranza». L’Italia è il paese europeo con più contagiati perché «in qualche modo si sarà perso il paziente che è entrato dalle zone ad alto rischio e ha cominciato in qualche modo a circolare nella comunità – commenta -. Non tutte le regioni hanno recepito in modo uniforme e puntuale le indicazioni del ministero. Abbiamo avuto troppe polemiche, divisioni. C’è però anche un altro elemento: forse stiamo effettuando in Italia una sorveglianza attiva, stiamo cercando il virus attivamente, in altri paesi meno».

Non sarebbe servito mettere in quarantena chiunque rientrava dalla Cina «però tracciare tutti sì». Un blocco da parte degli altri Paesi europei dei confini con l’Italia, «sarebbe un errore gravissimo, dobbiamo lavorare tutti insieme per affrontare questa emergenza». Dovremo tuttavia sopportare le limitazioni previste per gli spostamenti: «Il tempo che sarà necessario. Durerà settimane. Siamo di fronte a una sfida epocale, è la prima epidemia del mondo contemporaneo».

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