Coronavirus, diminuiscono lievemente le vittime: 578 in un giorno. Calano ancora ricoveri e terapie intensive, ma anche le guarigioni – Il bollettino della Protezione civile

I casi totali di contagi dall’inizio del monitoraggio dell’epidemia sono ora 165.155, con un incremento di 2.667 in un giorno

Il bollettino del 15 aprile

Con 578 vittime nelle ultime 24 ore per Coronavirus, il numero complessivo dei morti è salito a 21.645 (ieri erano 21.067 e le vittime in 24 ore erano state 602). Secondo l’ultimo bollettino della Protezione civile illustrato da Angelo Borrelli l’aumento del numero delle persone attualmente positive è di 1.127 (l’incremento oggi risale rispetto a quello di ieri quando erano 675), per un totale di 105.418 (ieri erano 104.291). Sono stati effettuati 43.715 in 24 ore: un numero che risale rispetto a ieri quando i test effettuati in un giorno erano stati 26.779 tamponi: il totale dei test tocca oggi quota 1.117.4040. I casi totali di contagi dall’inizio del monitoraggio dell’epidemia sono ora 165.155, con un incremento di 2.667 in un giorno (ieri erano 162.488 e l’incremento rispetto alle 24 ore precedenti era stato di 2.972).


I pazienti dimessi sono in totale 38.092, con 962 persone guarite nelle ultime 24 ore (ieri erano +1.695). Quelli ricoverati in strutture ospedaliere con sintomi sono 27.643 (-368 da ieri quando erano 28.011). Continua quindi a calare il numero delle persone ricoverate. Così come cala il numero delle persone in terapia intensiva: sono 3.079 (-107 rispetto a ieri quando erano 3.186) . Aumentano a 74.696 le persone in isolamento domiciliare, contro i 73.094 di ieri.


La conferenza stampa del 15 aprile

Guerra (Oms): «Tamponi periodici a lavoratori»

Non solo i test sierologici: per garantire la sicurezza e un’adeguata sorveglianza sanitaria nei luoghi di lavoro è necessaria «l’esecuzione periodica dei tamponi» ai lavoratori, dice in conferenza stampa il vicedirettore dell’Organizzazione mondiale della Sanità e componente del comitato tecnico scientifico Ranieri Guerra rispondendo a chi gli chiedeva come si procederà in vista della riapertura delle attività. I test, ha aggiunto, serviranno per «prevedere una valutazione dello stato immunitario» dei lavoratori, ai quali devono essere garantiti «livelli di massima sicurezza».

In ogni caso sui test sierologici l’obiettivo «è avere un unico test nazionale», dice il vicedirettore dell’Oms. «Se andiamo ad usare diversi test con diverse performance rischiamo di avere una difficile comparazione». Guerra ha poi spiegato che il test che verrà selezionato dovrà garantire «standard minimi di qualità» – tra cui avere un’attendibilità superiore al 95% – e sarà tra quelli che prevedono un prelievo da «sangue venoso» perché «quelli da sangue periferico non sono accettabili».

«Nelle Rsa un massacro: l’Oms chiede al governo cosa è successo»

«Il tema delle strutture extra ospedaliere è fondamentale, servono un ripensamento e una revisione per un adeguamento progressivo non solo degli standard di cura ma anche dei percorsi di presa in carico. Il massacro che abbiamo visto nelle Rsa dev’essere un’occasione da non disperdere per ripensare ad assistenza e cura. L’Oms chiede al governo cosa è successo e come mai. Ci sono standard di prevenzione che devono essere molto più cogenti», dice Ranieri Guerra.

La curva

La Cina «ha fatto capire che la soluzione della crisi si ha con distanziamento sociale e quarantena, ma andando con esercito e lanciafiamme come hanno fatto loro si ottengono procedure molto rapide, con altri metodi ed enorme fatica c’è una tempistica diversa; per questo noi vediamo questo lento plateau, un rallentamento, ma non l’azzeramento assoluto” dei contagi», spiega Ranieri Guerra.

In Lombardia e a Milano alla popolazione «un po’ più di disciplina va richiesta, soprattutto adesso che siamo in una fase cruciale». Così Ranieri Guerra dell’Oms commentando i dati ancora pesanti sul virus, premettendo che “e’ una regione molto articolata, con un’altissima presenza produttiva, con enormi filiere essenziali, a partire dalla sanità” e in settori non chiusi dal governo, ma sottolineando che «la mobilità registrata, fino al 45% del totale in certi giorni recenti, sembra un po’ troppa».

Ieri e oggi a confronto

L’andamento dei nuovi contagi negli ultimi 10 giorni

I positivi Regione per Regione

In base ai dati ufficiali della Protezione civile, il numero di persone al momento positive al SARS-CoV-2 è così distribuito di regione in regione:

I casi (totali) provincia per provincia

Il parere degli esperti:

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