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Coronavirus, i numeri in chiaro. Lopalco: «La discesa della curva dei contagi è lenta. Il virus circola ancora con una certa intensità»

16 Aprile 2020 - 20:29 Felice Florio
L'epidemiologo, coordinatore scientifico della task force della Regione Puglia, ha analizzato gli ultimi dati dell’epidemia. Se ieri si erano registrati 2.667 nuovi casi postivi, il 16 aprile il numero è salito a 3.786

dati pubblicati dalla Protezione civile il 16 aprile dicono che in Italia, attualmente, ci sono stati 168.941 casi di positività al Coronavirus: 40.164 guariti, 106.607 ancora infetti e 22.170 morti. Se nella giornata di ieri si erano registrati 2.667 nuovi casi positivi, oggi il numero è salito a 3.786. Il numero di tamponi, tuttavia, è aumentato sensibilmente. Sono stati effettuati 60.999 test in 24 ore: i tamponi analizzati il 15 aprile erano stati 43.715 tamponi.

«La discesa della curva dei contagi è lenta. Costante, ma lenta. Quello che un po’ ci preoccupa è che le regioni del Nord, dove l’epidemia è iniziata prima, continuano a generare un numero di casi importante», spiega Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e coordinatore scientifico della task force della Regione Puglia.

Open | I dati sulla diffusione del Coronavirus (Covid-19) in Italia (16 aprile 2020)

«Tra i motivi di una discesa così lenta c’è sicuramente l’aumento dei tamponi – aggiunge Lopalco -. I dati dell’epidemia di questi giorni, però, ci danno la prova che il virus circola con una certa intensità e quindi bisogna ancora avere pazienza. Per esempio in Puglia abbiamo un certo numero di casi giornalieri e, in gran parte, dipende da alcuni focolai che abbiamo identificato nelle Rsa».

I dati sulla diffusione del Coronavirus (Covid-19) nelle regioni italiane (16 aprile 2020)

«Le regioni che preoccupano di più sono quelle del Nord, ovviamente partite con uno svantaggio temporale: sono quelle aree del Paese dove il virus già circolava prima del lockdown – conclude l’epidemiologo -. Il lockdown ha avuto un’efficacia maggiore al Centro-Sud perché la circolazione del virus, in quel momento, era partita da poco. Il fattore tempo è stato un fattore importantissimo».

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