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Cambiamento climatico, le bufale sulla traversata delle Alpi di Annibale e gli elefanti

02 Agosto 2022 - 16:38 Antonio Di Noto
Il generale cartaginese sfruttò un periodo mite del clima europeo, ma ciò non nega l'esistenza e l'antropogenesi del cambiamento climatico

«Annibale con gli elefanti superò le Alpi, le valicò». Così recita un la descrizione di un post su Facebook che si riferisce allo storico evento. La traversata del generale cartaginese, avvenuta alla fine del settembre del 218 a.C., viene menzionata come supposta dimostrazione del fatto che «l’Italia e l’Europa tutta fu interessata da un caldo pazzesco che sciolse le nevi e permise ad Annibale di valicare le Alpi», si legge nel post. Il tutto sarebbe l’evidenza che oggi esiste l’intenzione di «privatizzare l’acqua», probabilmente poiché l’autore del post ritiene che il riscaldamento globale sia un pretesto inventato da coloro che beneficerebbero da un’eventuale privatizzazione. Le affermazioni sembrano fare riferimento al «periodo caldo romano», una finestra temporale dell’Olocene durante la quale la temperatura di alcune aree del pianeta sembra effettivamente essere stata maggiore rispetto alle medie climatiche attuali.

Per chi ha fretta:

  • Secondo gli storici, Annibale ha veramente attraversato le Alpi con gli elefanti;
  • All’epoca, l’Europa era più calda della media climatica dei livelli pre-industriali. La differenza era simile a quella che si registra oggi: 2,2 gradi centigradi.
  • Il riscaldamento globale è un fenomeno esistente, che il 99,9% della comunità scientifica attribuisce alle attività umane.
  • Non viene data spiegazione di come il fenomeno potrebbe portare a una privatizzazione delle forniture idriche.

Analisi

«COME MAI?» Annibale è riuscito ad attraversare le Alpi, si domanda Ennio dubbioso, per poi darsi una risposta: «Svegliatevi…Tutto questo oggi perché vogliono privatizzare l’acqua!!!». Di seguito si vede uno screenshot del post, accompagnato da un’immagine che ritrae l’impresa del generale tra le montagne innevate.

Anche altri utenti su Facebook hanno toccato la questione. Davide, ad esempio, scrive:

«Ai tempi dell’impero romano si calcola che la terra fosse più calda rispetto ad oggi di circa 1,5 gradi, infatti l’abbigliamento classico usato a Roma era la tunica coi sandali. (oggi altamente sconsigliata). Le scarpe chiuse e le braghe erano caratteristiche dei barbari del nord (vedi abbigliamento Asterix e Obelix). Si pensa inoltre che Annibale Barca abbia potuto attraversare le Alpi con gli elefanti per questo motivo, mentre oggi sarebbe impossibile a causa del maggiore freddo».

Ecco un’altra versione relativa ad Annibale:

Zichichi ha ragione… Greta NO!!!MA QUALE ANIDRIDE CARBONICA!! Nell’inverno del 218 a.C., Annibale, provendo dalla Spagna, attaversò le Alpi dal Colle delleTraversette, a 3000 metri di quota, con 46.000 uomini a piedi, 6000 cavalieri e 37 elefanti.Ci riuscì perchè le temperature erano decisamente superiori alle attuali, scarsi o inesistenti i ghiacciai, e non c’erano auto nè industrie a riempire di CO2 l’atmosfera. Era semplicemente uno dei tanti riscaldamenti periodici che hanno interessato la Terra, fin dalle sue origini. Ma soprattutto non c’era Greta.

Il periodo caldo romano

Ma la Terra era veramente più calda all’epoca dei romani? La locuzione «periodo caldo romano» è stata usata per la prima volta nel 1995 per poi trovare ufficialità in un articolo su Nature del 1999. Secondo i documenti analizzati, pare che la temperatura all’epoca della traversata delle Alpi fossero prossime a quelle attuali, ovvero, in Europa, 2,2 gradi centigradi superiori a quelle del periodo pre-industriale (le ultime rilevazioni indicano che l’intero pianeta si è surriscaldato di 1,1 gradi nello stesso periodo). Tuttavia, mentre per diversi anni si è ritenuto che l’aumento della temperatura riguardasse il clima terrestre, oggi gli scienziati sono concordi nell’affermare che l’anomalia climatica interessò solamente alcune aree del globo, tra cui, appunto l’Europa.

Ma quindi, la neve c’era o no?

Secondo quanto racconta lo storico greco Polibio (206 a.C. – 118 a.C.), «a causa della neve e dei pericoli dell’itinerario, [nella discesa lungo il versante italiano] Annibale perse quasi tanti uomini quanti ne perse nella salita». Secondo le ricostruzioni degli studiosi, Annibale attraversò le Alpi dal lato occidentale, addentrandovisi non lontano dalla convergenza dei fiumi Isere e Druenza. Il punto più alto calcato dall’esercito e dai pachidermi pare sia stato il Col delle Traversette, a 2950 metri d’altitudine sul livello del mare. Anche in tempi presenti, intorno ai 3000 metri a latitudini simili è possibile imbattersi in precipitazioni nevose, facilitate dalle rigide temperature. Un esempio del fenomeno si ha negli impianti sciistici del passo dello Stelvio, tra i 2758 e i 3450 metri d’altitudine, aperti tutto l’anno.

La questione delle privatizzazioni

Come appena visto, il periodo caldo che interessò l’Europa al tempo della traversata è stata un’anomalia climatica le cui temperature non erano lontane da quelle attuali. Paradossalmente, quindi, i complottisti usano un evento a cui i climatologi fanno riferimento per dimostrare l’esistenza del cambiamento climatico per negare invece il fenomeno. Non vengono fornite prove dell’intenzione di privatizzare l’acqua a causa del riscaldamento globale, mentre la tesi della sua inesistenza non ha nessun fondamento scientifico. Come già spiegato da Open, il 99,9% della comunità scientifica conferma l’esistenza del cambiamento climatico e ne attribuisce la causa alle attività umane.

Conclusioni

La traversata delle Alpi compiuta dal generale cartaginese Annibale con al seguito gli elefanti, nel 218 a.C. viene usata dai negazionisti come presunta prova dell’inesistenza del cambiamento climatico. Il cosiddetto periodo caldo romano è esistito davvero, ma non ha riguardato tutto il mondo, bensì solo alcune aree. In nessun modo prova che il cambiamento climatico non esista.

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