Vaiolo delle scimmie, le linee guida del ministero: «Possibile il ricorso alla quarantena»

Per un periodo di osservazione di 21 giorni, chi entra in contatto con l’infezione dovrà auto-monitorarsi. Si attende il via libera per il vaccino

Mentre si attende il via libera alla somministrazione del vaccino, il vaiolo delle scimmie continua a girare in Italia. Gli ultimi dati del parlano di 505 casi segnalati, di cui 501 sono maschi. Per contrastare l’aumento di contagi, il ministero della Salute ha pubblicato una circolare, firmata dal direttore generale per la prevenzione Giovanni Rezza, nella quale spiega cosa fare nel caso in cui si entra in contatto con un positivo. Linee guida che non nascondono come, in alcuni casi specifici, possa esserci la possibilità «di fare ricorso alla quarantena».


Per prima cosa, come già abbiamo visto con il Covid-19, i contatti stretti «devono essere identificati il prima possibile e informati del rischio di sviluppare l’infezione». Questi dovranno evitare di donare sangue, organi, latte materno o sperma durante il periodo di sorveglianza. In questo modo, si può arginare l’infezione prima che diventi incontrollabile. Per quanto riguarda i contatti con esposizioni a basso rischio, «è possibile adottare la sorveglianza passiva, autocontrollarsi e informare il proprio medico di famiglia».


Un auto-monitoraggio, quindi, che prevede il controllo della febbre almeno due volte al giorno e un’attenzione particolare a mal di testa, di schiena o eruzioni cutanee sconosciute nei 21 giorni dall’ultima esposizione. Da evitare anche rapporti sessuali per lo stesso periodo di tempo. Gli asintomatici, invece, possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola.

La campagna vaccinale

«Apposite indicazioni sulla strategia di vaccinazione in Italia contro il vaiolo delle scimmie saranno fornite con successiva pubblicazione», si legge nella circolare. Intanto, l’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma ha annunciato di essere pronto a iniziare. Tuttavia, deve ancora attendere dal ministero i criteri di definizione della platea e delle fasce d’età. Come spiegato dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio, si parla di un vaccino a 2 dosi, con un intervallo l’una dall’altra di 2-3 mesi. Il direttore generale dello Spallanzani, Francesco Vaia, ha fatto sapere di avere offerto l’expertise dell’Istituto, anche con il contributo delle Associazioni, per una corretta campagna di informazione.

I casi segnalati

La regione che registra il maggior numero di casi è la Lombardia, con 232, seguita dal Lazio a 104. Sotto ci sono Emilia-Romagna, 57, Veneto, 33, Piemonte, 18, e Toscana, 17. Sono 5 le regioni che ancora non ne hanno segnalato nessuno: Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta. In tutta Europa, l’ultimo bilancio (26 luglio) parla di 12.761 casi segnalati. Negli Usa, invece, se ne contano 1.345 solo a New York, anche se il sindaco Eric Adams dice che potrebbero essere 150mila le persone a rischio.

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