Russia, parla Siri (Lega): «Non vogliamo lo stop alle sanzioni, ma la Bce fermi gli speculatori del gas»

Il senatore del Carroccio, intervistato da Open, ha invocato l’intervento europeo per fermare gli speculatori del gas

Vladimir Putin «è in torto marcio, bisogna punirlo, fermarlo e metterlo in ginocchio». Parole di Matteo Salvini. Il leader della Lega, però, da giorni sta criticando una delle misure chiave della reazione europea all’invasione russa. Le sanzioni. «Sono operative da sette mesi, in ginocchio ci siamo noi e la guerra va avanti», ha detto oggi, 6 settembre. Ma è solo l’ultima di una serie di dichiarazioni che, di comizio in comizio, passando per Cernobbio e per le interviste sui giornali, stanno aprendo un solco in materia di politica estera con il resto della coalizione. La perentorietà leghista sulla questione sanzioni sta costringendo gli altri partiti del centrodestra a inseguire e sconfessare Salvini. «Il centrodestra al Governo manterrà rigorosamente le sanzioni alla Russia – ha affermato in ultima battuta Giovanni Toti, leader di Italia al centro -. Ci sono dei valori non negoziabili». Prima di lui, nei giorni scorsi, il forzista Antonio Tajani l’ha ribadito: «Dobbiamo difendere dei valori e ne paghiamo un prezzo. Sulle sanzioni bisogna coordinarsi sempre con l’Ue e la Nato». Altrettanto netta – e rassicurante per gli osservatori internazionali – Giorgia Meloni: «Non ci sfileremo, è una questione di credibilità». Sulla querelle sanzioni e compattezza del centrodestra abbiamo intervistato Armando Siri. Teorico della flat tax con aliquota unica al 15%, membro della commissione Finanze e tesoro del Senato, già responsabile economico del partito e oggi coordinatore dei dipartimenti di via Bellerio, Siri è stato candidato come capolista al plurinominale nel collegio di Piacenza, alla Camera.


In che modo, secondo lei, le sanzioni stanno danneggiando più i Paesi Ue che la Russia?


«Beh, non c’è molto da spiegare. Basta chiedere a famiglie e imprese che hanno visto lievitare il costo delle bollette di almeno tre volte. Da febbraio ad oggi abbiamo speso 50 miliardi di euro per cercare di mitigare i costi dei consumatori e adesso ne abbiamo bisogno di almeno altri 30. Avanti di questo passo non ci bastano 200 miliardi per i prossimi sei, otto mesi. Sono costi insostenibili. Per contro la Russia ha aumentato i guadagni di 130 miliardi e si prevede arrivino a minimo 200. Basta fare due conti e penso che la risposta sia abbastanza intuitiva».

L’Italia o alcune sue Regioni soffrono più di altri territori dell’Ue?

«L’Italia soffre e soffrono soprattutto i territori dove c’è un’alta densità produttiva. Negli altri paesi Ue le cose non sono diverse. La Francia ha molte centrali nucleari in manutenzione e la Germania ha dovuto varare un nuovo stanziamento di oltre 60 miliardi. Mai come adesso l’Europa è sullo stesso piano».

Per la maggior parte dei leader politici, il sistema sanzionatorio in atto è inevitabile per contrastare l’aggressione russa. Secondo lei esisterebbero delle alternative per non abbandonare l’Ucraina?

«Le sanzioni purtroppo arricchiscono i russi, impoveriscono gli italiani e non stanno fermando la guerra. La Lega ha appoggiato e sostenuto fin dall’inizio le iniziative europee a sostegno del popolo ucraino, ingiustamente attaccato dai russi che hanno la responsabilità di aver iniziato una guerra invadendo la sovranità di un Paese indipendente e infrangendo il diritto internazionale. Ma non possiamo fare pagare a famiglie e imprese i costi di una reazione occidentale che se pur giusta ha ripercussioni devastanti sulle famiglie e sulle imprese. Serve che l’Europa metta a disposizione un ombrello efficace per fermare la speculazione ai danni dei cittadini e delle imprese. E lo potrebbe fare subito. Se la Bce scendesse in campo con un proprio fondo sulla Borsa del Gas ad Amsterdam nel giro di 24/48h gli speculatori resterebbero a bocca asciutta e i prezzi si stabilizzerebbero».

Gli alleati di centrodestra non vi hanno seguito sul tema: sia Fratelli d’Italia che Forza Italia si sono detti contrari a rivedere il regime sanzionatorio. La compattezza della coalizione, a pochi giorni dal voto, ne risente.

«C’è un equivoco. Ripeto. Noi non abbiamo detto che occorre rivedere le sanzioni abbiamo constatato che la Russia guadagna e l’Italia perde e che è giusto che l’Europa sostenga famiglie e imprese con interventi immediati per fermare la speculazione. Perché non è che il gas non ci sia sul mercato. Il gas c’è ed è abbondante ma da mesi è in mano agli speculatori che si arricchiscono mentre noi ci indebitiamo. Serve un ombrello di protezione per le famiglie e le imprese che non possono affrontare un rincaro energetico spropositato frutto di speculazione finanziaria che rischia di mettere sul lastrico il Paese».

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