Ucraina, il reporter italiano Mattia Sorbi ferito durante un conflitto a fuoco. La Farnesina: «Sta bene, lavoriamo per riportarlo a casa»

Dallo scorso 31 agosto si erano perse le tracce del freelance 43enne. «Ha poca copertura per comunicare ma sta ricevendo le cure necessarie» hanno riferito fonti della Farnesina ad Ansa. Morto l’autista del suo veicolo

«Cari Amici, grazie moltissime per la vostra solidarietà e per tutto l’affetto che state dimostrando in questi giorni, preoccupati per la mia assenza di contatti. Sto bene e sono al sicuro». Così un account Facebook con il nome del giornalista freelance italiano Mattia Sorbi ricompare dopo giorni di assenza poche ore dopo la notizia della sua scomparsa: partito già da settimane per documentare la guerra in Ucraina, dal 31 agosto non aveva più dato sue notizie. «Sono al sicuro ma purtroppo le difficoltà di comunicazione in Ucraina mi hanno impedito di essere on line come al solito. Probabilmente sarà così ancora per qualche giorno, ma l’importante è non avere problemi. Sto raccogliendo tante storie da raccontarvi e non mancherò di farvi sapere!», conclude l’account nel doppio messaggio in lingua italiana e inglese lasciato sul profilo social. Poche ore prima erano state fonti della Farnesina a dare le prime rassicurazioni dopo giorni di silenzio: «Sta bene e siamo in contatto con lui». Da quanto si apprende Sorbi, che ha seguito la guerra anche per la Rai, sarebbe stato coinvolto in un conflitto a fuoco a Cherson in cui è rimasto ferito. «Siamo in contatto con il giornalista coinvolto nell’incidente», ha continuato la Farnesina parlando ad Ansa, «sta ricevendo le cure e abbiamo notizie positive sullo stato di salute. In questo momento ha poca copertura per comunicare ma dispone di un contatto libero. Stiamo lavorando per farlo rientrare, in sicurezza, in Italia appena possibile».


La versione russa: «Provocazione ucraina»

Diversa la versione raccontata dalle autorità di Mosca: « Le forze armate ucraine hanno organizzato una provocazione, con l’obiettivo di far saltare in aria il reporter italiano Mattia Sorbi su una mina nella regione di Cherson, in modo da poter accusare della sua morte le forze armate russe». Non ce l’avrebbe fatta a salvarsi l’autista del mezzo su cui viaggiava Sorbi. Il ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia Tass, comunica che il conducente è morto sul colpo, nell’esplosione di una mina ucraina che ha travolto il veicolo. La Tass riporta anche che Sorbi sarebbe «ricoverato in un’unità di cure intensive con numerose ferite da schegge, sta ricevendo tutte le cure necessarie. Le sue condizioni sono stabili». Sempre secondo il racconto russo, il 29 agosto scorso «Sorbi è partito verso posizioni avanzate delle forze ucraine, accompagnato da due persone vestite con uniformi ucraine. Hanno indicato la direzione al giornalista, ma gli hanno nascosto che la strada sulla linea di contatto era stata minata dalle forze ucraine. Mentre l’auto con il giornalista a bordo procedeva, il mezzo è saltato su una mina ucraina. L’autista è stato ucciso sul colpo, mentre Sorbi è stato gravemente ferito – continua la Tass -. Quando i soldati russi hanno visto un’automobile civile saltare su una mina, sono andati avanti malgrado l’intenso fuoco delle posizioni ucraine e hanno estratto Sordi dal veicolo in fiamme. I soldati russi hanno fornito i primi aiuti medici, hanno portato al sicuro il giornalista e assicurato il trasferimento d’emergenza del ferito grave in un centro medico».


L’allarme del collega tedesco: «Che è successo a Mattia Sorbi?»

Poche ore fa il giornalista tedesco Arndt Ginzel aveva denunciato il silenzio attorno al reporter italiano: «Cosa è successo a Mattia Sorbi? Non si hanno notizie di lui dal 31 agosto», ha scritto sui social. Ora a raccontare quanto successo è il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale che rassicura sullo stato di salute del freelance. Secondo quanto scrive Francesco Semprini su La Stampa, Sorbi, 43 anni, è stato coinvolto in un conflitto a fuoco sulla prima linea di Cherson e si troverebbe ora nei territori ucraini controllati dai russi, da qui il massimo riserbo tenuto dalle istituzioni italiane nei giorni scorsi.

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