Suicidi, in Italia è allarme tra i giovanissimi: negli ultimi due anni i tentativi sono aumentati del +75%

Secondo l’ultimo report dell’Osservatorio della Fondazione Brf, nel nostro Paese ogni 16 ore una persona si toglie la vita

In Italia ogni 16 ore una persona si toglie la vita. Un’altra prova a farlo ogni 14. Tragico il dato anche se si guarda solo ai giovanissimi, tra i quali si verifica un caso di tentato suicidio al giorno. Sono questi i numeri allarmanti che emergono dall’ultimo report dell’Osservatorio suicidi della Fondazione Brf – Istituto per la ricerca in psichiatria e neuroscienze, diffuso alla vigilia della Giornata mondiale dedicata alla prevenzione del suicidio, che sarà appunto domani 10 settembre. L’analisi dell’Osservatorio, come spiega il presidente della Fondazione Armando Piccinni, non si basa sui dati istituzionali, – «che non sono correntemente aggiornati, tanto che l’ultimo Annuario statistico dell’Istat pubblicato nel 2021 contiene i dati relativi al 2018» – bensì su un’attenta analisi delle notizie di cronaca, locali e nazionali, iniziata durante la prima ondata della pandemia da Coronavirus. Da gennaio ad agosto 2022, in Italia ci sono stati 351 suicidi e 391 tentativi. Il fenomeno è distribuito in maniera uniforme su tutta la Penisola: il maggior numero di suicidi si è registrato al Nord (133), seguito dal Sud (131) e infine dal Centro (87). Per i tentativi, invece, spicca il Centro (143), seguito dal Sud (133) e dal Nord (115). Da quanto emerge nel report, le categorie più a rischio sono le forze dell’ordine e i detenuti.


L’allarme tra i giovanissimi: l’80% sono bambine e ragazze

Anche gli adolescenti preoccupano: l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma riferisce di una crescita «esponenziale» negli ultimi 10 anni degli accessi al pronto soccorso per comportamenti suicidari da parte di giovanissimi. I numeri sono però esplosi nei due anni di pandemia, arrivando a un +75 per cento rispetto al biennio precedente nel caso del suicidio, ideato o tentato, e a un +60 per cento se si tiene conto anche degli atti di autolesionismo. Oltre l’80 per cento dei tentativi di suicido è messo in atto da bambine e ragazze: l’età media è di circa 15 anni, il più giovane ha 9 anni. «Le misure restrittive durante la pandemia Covid – spiega l’ospedale – hanno avuto un impatto importante su giovani e giovanissimi portando a un aumento delle richieste di aiuto. Nel biennio precedente (2018-19, ndr) gli accessi al pronto soccorso per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio e autolesionismo erano stati 464. Nel 2020 e 2021 sono diventati 752, con un aumento di oltre il 60 per cento. Se si considera solo il suicidio, ideato o tentato, l’incremento dei casi rispetto al biennio precedente supera il 75 per cento (da 369 casi a 649, ndr).


La tendenza all’ansia e alla depressione

Oltre ad aumentare gli accessi al pronto soccorso per comportamenti suicidari, al Bambino Gesù di Roma è aumentato di 11 volte, passando da 155 casi a 1.824, il numero di consulenze neuropsichiatriche. In particolare, sono aumentate di quasi 40 volte (da 12 a 449) le consulenze effettuate in urgenza per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio e comportamenti autolesivi nei giovani tra i 9 e i 17 anni. Negli ultimi 10 anni, spiega Stefano Vicari, ordinario di Neuropsichiatria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Direttore della UO di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù, «l’ansia e la depressione sono aumentate notevolmente anche tra i bambini e gli adolescenti». La pandemia ha poi «ulteriormente accentuato questa tendenza e gli studi più recenti indicano come una percentuale compresa tra il 20 e il 25 per cento dei giovani manifesti i segni, rispettivamente, di un disturbo d’ansia e di depressione. E in questo contesto ragazzi e ragazze depresse presentano molto spesso, in associazione, comportamenti autolesivi – danneggiano, cioè, volontariamente il proprio corpo con tagli, bruciature, escoriazioni – ideazione e tentativo di suicidio», aggiunge Vicari.

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