È morto a Dubai Amedeo Matacena, l’ex deputato di FI era latitante da 10 anni

Era coinvolto in una maxi inchiesta della Dda di Reggio Calabria. Poche settimane fa, il gip aveva disposto la revoca del mandato d’arresto

Amedeo Matacena è morto a Dubai oggi 15 settembre, probabilmente a causa di un infarto. La notizia si era diffusa nella sua Reggio Calabria prima ancora che nelle vie ufficiali, con la conferma del decesso arrivata più tardi da parte dei legali dell’ex parlamentare. Aveva 59 anni e da ormai 10 anni viveva negli Emirati Arabi, quasi tutti trascorsi da latitante. Nato a Catania, era molto legato al capoluogo calabrese anche per via di suo padre, che fu anche presidente del Reggina calcio. La carriera politica di Matacena iniziò nel 1994, quando venne eletto deputato, nel collegio di Villa San Giovanni proprio a Reggio Calabria, con il Polo del Buon Governo. Due anni più tardi confluì in Forza Italia e fino al 2001 fu membro anche della commissione Difesa. Per l’ex parlamentare, i problemi con la giustizia iniziarono nei primi anni ’90. Il suo nome apparve nella maxi inchiesta chiamata Olimpia e condotta dalla Dda di Reggio Calabria. Le autorità ricostruirono varie vicende di natura criminale, tra cui un centinaio di omicidi e opachi rapporti tra ‘ndrangheta e politica. In particolare, Matacena era accusato di aver richiesto di una famiglia della ‘ndrangheta un appoggio elettorale, i Rosmini. Il 18 luglio 2012 arrivò la condanna definitiva a 5 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa da parte della Corte d’Assise d’appello di Reggio Calabria, pena poi ridotta a 3 anni dalla Corte di Cassazione il 21 giugno 2014.


Di Matacena, però, già si erano perse le tracce al momento della condanna definitiva. Su di lui pendeva un mandato d’arresto internazionale. Il 28 agosto 2013, dopo un mese di latitanza, venne preso a Dubai dall’Interpol, ma venne rilasciato dalle autorità degli Emirati che gli vietarono l’espatrio. L’ex parlamentare non trascorse nemmeno una notte in un carcere italiano, ma l’8 maggio 2014 venne arrestato in Libano l’ex ministro Claudio Scajola, accusato di aver favorito la sua latitanza e di avergli pianificato un trasferimento in Libano. La svolta nella vita giudiziaria di Matacena avvenne poche settimane fa, nell’agosto del 2022. Nonostante il parere contrario della Dda, il gip di Reggio Calabria dispose la revoca del mandato di arresto e il dissequestro dei suoi beni, in quanto era stata accertata la provenienza lecita del «patrimonio societario sequestrato». Nel 2023 la pena si sarebbe estinta.


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