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Milano, giovani iraniani in piazza per Mahsa Amini: «Siamo stanchi di questo governo islamico» – Il video

20 Settembre 2022 - 20:47 Antonio Di Noto
«Dall’ultima volta in cui ho partecipato a una manifestazione non sono tornata in Iran. Ho paura che possa accadere qualcosa a me o alla mia famiglia», spiega una ragazza a Open

Libertà da questo governo. Questo chiede la comunità iraniana a Milano, riunitasi in Piazzale Cordusio per protestare contro l’uccisione di Mahsa Amini, 22enne pestata fino alla morte cerebrale per aver indossato l’hijab nella maniera considerata sbagliata dalle autorità. «Il punto non è l’obbligo del velo previsto dalla religione» spiega una manifestante, «ma il fatto che il governo dell’Iran lo abbia istituito in maniera così severa e prevendendo una maniera di indossarlo diversa da quella tradizionale dell’Islam». È come se in Italia diventasse obbligatorio il crocifisso solo attorno al petto, spiegano i manifestanti, quasi tuttti giovani. La maggior parte di loro sono iraniani che vivono in Italia da tempo. Nessuno vuole dire il proprio nome per paura di ritorsioni in patria. Addirittura ci viene chiesto con sospetto «se siamo del consolato». «Dall’ultima volta in cui ho partecipato a una manifestazione non sono tornata in Iran. Ho paura che possa accadere qualcosa a me o alla mia famiglia», spiega un’altra ragazza. «Non c’è quasi nessuna differenza tra l’Iran e la Corea del Nord», continua la ragazza. «L’unica cosa è che i governi esteri hanno interessi in Iran che li obbligano a riconoscere il nostro governo».

Le manifestanti spiegano che il caso di Amini non è diverso da tanti altri che sono stati coperti interrompendo la connessione internet nel Paese. «Questa è la nostra vita quotidiana». «Siamo stanchi di questo governo islamico di m**da con la M maiuscola», dichiarano. “Islamic government against Iran”, recita uno dei cartelloni dove la parola “against” è stata sostituita all’”of” originale. «Siamo musulmane, ma questo governo sta mettendo la religione contro le persone», concludono le manifestanti.

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