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Così Putin scende in campo in Ucraina e detta le nuove strategie di guerra ai generali

24 Settembre 2022 - 11:58 Redazione
vladimir putin bombe nucleari tattiche mobilitazione generale
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Il presidente russo sta ignorando le richieste di ritiro da parte dei comandanti. Il rischio è l'isolamento delle truppe

Vladimir Putin sta entrando in modo sempre più diretto nella pianificazione delle strategie di guerra in Ucraina. A dichiararlo sono alcuni funzionari americani che raccontano come il presidente russo stia respingendo le richieste dei suoi comandanti di potersi ritirare da Cherson: la prima grande città occupata dai russi e, a oggi, l’unica capitale regionale sotto il controllo di Mosca. Come spiega il New York Times, un ritiro porterebbe alla salvaguardia di equipaggiamento e soldati, ma significherebbe anche riconoscere un fallimento e un’altra vittoria ucraina. La strategia di Putin è ormai incentrata sulla vittoria a tutti i costi. «Le scene che stiamo vedendo di russi che lasciano il loro Paese ci dicono che questa guerra è impopolare anche in Russia», ha spiegato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre: «Putin è in una posizione di debolezza».

Il rischio di isolamento

Quel che è certo, è che la mobilitazione di 300mila riservisti ha dimostrato l’insufficienza delle truppe di Mosca per poter continuare la sua offensiva e che, nonostante la sua determinazione, Putin stia accettando alcune raccomandazioni dei suoi ufficiali. «Potrebbe mettere fine alla guerra domani, se volesse», ha continuato Jean-Pierre anche se la situazione in Ucraina è ancora troppo «dinamica». L’area ancora particolarmente critica è quella intorno proprio a Cherson. Si parla di alcuni problemi che l’esercito russo deve affrontare nel sud dell’Ucraina. Le forze di Kiev sarebbero sulla buona strada per ripetere l’avanzata che ha portato alla riconquista di ampie aree nel nord-est a inizio mese. La più grande minaccia per Mosca è che l’Ucraina potrebbe isolare la Crimea. Non è la prima volta che gli alti ufficiali russi mettono in discussione i piani di guerra di Putin. Prima della mobilitazione parziale e della richiesta di ritiro, infatti, i comandanti avevano messo in dubbio anche la strategia di una guerra lampo per la conquista di Kiev. Il New York Times spiega come i militari considerassero insufficienti le truppe impiegate, cosa che ha portato lo scontro a trasformarsi in una guerra di logoramento.

Il rifiuto della realtà

Nei giorni scorsi Putin ha ordinato di continuare a combattere a Cherson. I russi hanno perciò fatto saltare la diga sul fiume Inhulets, in modo da arrestare l’avanzata ucraina. Tuttavia, le forze di Kiev hanno risposto facendo saltare i passaggi sul fiume Dnipro tagliando fuori gran parte delle truppe russe. Per questo motivo i comandanti hanno chiesto il ritiro, così da poter salvare il salvabile e riorganizzarsi più indietro. Ma come spiega Michael Kofman, direttore degli studi sulla Russia presso l’istituto di ricerca sulla difesa in Virginia, «in punti decisionali importanti Putin ha procrastinato, rifiutandosi di riconoscere la realtà, fino a quando le opzioni sono diventate di male in peggio». Nel frattempo, Bloomberg rivela come Mosca aumenterà del 43% la spesa militare nel 2023 e supererà il 40% anche i finanziamenti alla sicurezza nazionale e alle forze dell’ordine.

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