Milano, le motivazioni della condanna di 24K: «Dietro la sparatoria una faida tra rapper per il controllo della zona»

Nello scontro a fuoco dell’8 gennaio scorso alla periferia ovest di Milano, rimase ferito un 26enne egiziano. Per

«Una faida tra bande rivali» per ragioni di «controllo del territorio» e «contrapposizioni legate alla popolarità e ai video nel settore della musica rap» sarebbe il motivo, secondo il gup Tiziana Gueli, dietro la sparatoria dell’8 gennaio scorso in piazza Monte Falterona, quartiere San Siro a Milano, in cui rimase gravemente ferito un 26enne egiziano. Lo scrive la giudice nelle motivazioni della sentenza che ha portato lo scorso luglio alla condanna a 2 anni e 3 mesi per Islam Abdel Karim, trapper 32enne noto come ‘Kappa_24K‘ che quella sera sparò diversi colpi in aria. Condannato a 8 anni di carcere Carlo Testa, 51enne pregiudicato per fatti di droga, per tentato omicidio nei confronti del giovane di origine egiziana, colpito gravemente alla zona femorale. Quello che emerge dalle indagini della Squadra mobile, coordinate dal pm Stefano Civardi, è che il vero bersaglio di Testa sarebbe stato proprio il rapper Kappa 24K.


Le ricostruzioni sui fatti dell’8 gennaio

La sparatoria sarebbe infatti rientrata nel quadro di un’escalation di violenza scaturita dalla rivalità tra due bande di rap. La prima, quelli di San Siro, era quella a cui apparteneva 24K. Della seconda facevano parte Rondodasosa, Simba la Rue (di recente arrestato in due indagini milanesi per episodi di violenza) e Keta, “quelli di piazza Prealpi”. Ad alimentare l’odio reciproco sarebbero stati gli sfottò tra i due gruppi sul web oltre e la presunta spartizione dei compensi dalle case discografiche. I fatti dell’8 gennaio rappresenterebbero l’apice di un «regolamento di conti cercato e voluto, in una piazza affollata di persone». Tutto perché Testa, che secondo gli inquirenti era passato da un gruppo all’altro, sarebbe venuto a conoscenza di «un video nel quale erano state rivolte delle offese a suo carico da parte dei capi del gruppo di cui verosimilmente faceva parte ’24K’». Il rapper Kappa 24 K, intercettato l’11 gennaio, avrebbe detto: «Se lo becco io prima che lo trovano le forze dell’ordine (riferendosi a Testa, ndr) lo mando in coma… a me viene a fare questo… mi fai l’agguato con trenta persone, figlio di p… infame».


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