La preside fa lavare la sua auto al bidello: scoppia la protesta di studenti e prof

Docenti e studenti si sono riuniti in assemblea per protestare contro i metodi «autoritari e inappropriati» della nuova dirigente scolastica. Che si difende sulla vicenda dell’auto: «Un fraintendimento che è stato strumentalizzato»

Al liceo Arnaldo di Brescia professori e studenti hanno indetto un’assemblea improvvisata in cortile per protestare contro i metodi «autoritari» della nuova preside dell’istituto, Tecla Fogliata. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stata la richiesta della preside, nella giornata di giovedì, a uno storico collaboratore scolastico del liceo di lavarle il vetro dell’automobile. In segno di solidarietà a Gerardo, conosciuto da tutti come Jenny, molti hanno mostrato sui vestiti un post-it con la scritta in inglese «Io sono Gerardo» (a ricordare il motto «Je suis Charlie»), o hanno urlato il nome del collaboratore scolastico tra i corridoi della scuola. Gerardo, oggi, non si è presentato neanche a lavoro e ha chiesto tre giorni di permesso ufficialmente per «motivi personali». La preside, intervenendo durante il sit-in, ha negato la vicenda e al Corriere della Sera ha dato la sua versione dei fatti: è vero, quell’auto parcheggiata nel cortile della scuola il bidello l’ha pulita ma, a detta di Fogliata, non è si trattato di un abuso di potere ma di un’iniziativa dello stesso collaboratore. «Si tratta di un fraintendimento che è stato strumentalizzato. Io ho solo chiesto al collaboratore una spugna per pulire il vetro che era sporco di resina. Lui, che è un galantuomo, si è offerto di farlo al posto mio», ha detto al quotidiano. «Non so quando tornerà – ha aggiunto, riferendosi all’assenza di Gerardo -. L’ho sentito questa mattina, i rapporti con lui sono idilliaci». Secondo la preside, la protesta di professori e studenti è da ricondurre ad altre dinamiche: «Può essere la reazione di qualche docente che non vede di buon occhio le novità che sto introducendo», ha sostenuto.


Rapporti tesi

I rapporti tra la preside e il corpo docenti, infatti, sarebbero tesi fin dal suo insediamento. Già durante il primo collegio docenti, la preside si sarebbe rivolta ai professori con un atteggiamento di totale chiusura nel dibattito circa la settimana corta. Un cambiamento fortemente voluto dalla preside ma bocciato da docenti e genitori, che sostengono l’incompatibilità tra il carico di studi e l’allungamento dell’orario scolastico giornaliero causato dall’eliminazione del sabato. Nella stessa occasione, la preside avrebbe persino intimato a un docente di «chiederle il permesso per recarsi in bagno». Atteggiamenti giudicati da molti professori, secondo quanto riferito da fonti sindacali, «inappropriati» e «di totale sfiducia nei confronti del corpo docente», appellato come «vecchio» e «ostile al cambiamento». Per questo, durante il secondo collegio i docenti avrebbero chiesto di registrare nel verbale della riunione precedente tale atteggiamento. Le tensioni non sarebbero finite lì. Anzi, la situazione sarebbe peggiorata, inducendo alle dimissioni uno dei due vicepresidi. La preside, inoltre, avrebbe fatto spostare la sede del suo ufficio nell’ala «nobiliare» del palazzo storico che ospita l’istituto – anche se meno funzionale ai fini della gestione quotidiana – facendo acquistare nuovi soprammobili e arredi. «Atteggiamenti, questi, che sembrano mirare più alla forma che alla sostanza e che non sono in linea con lo stile sobrio dei suoi predecessori», commenta una fonte interna.


Le prossime azioni

Il liceo classico Arnaldo non è stato occupato, ma i rappresentanti di istituto sono riusciti ad ottenere la convocazione, per la prossima settimana, di un’assemblea straordinaria dove si discuterà della questione. Intanto l’episodio è stata segnalato al provveditore Giuseppe Bonelli che, spiega al Corriere della Sera, aveva già in programma un incontro con la preside Fogliata per «fare il punto della situazione dato il nuovo insediamento». Bonelli si dice sicuro «che si sia trattato di un fraintendimento. Immagino e mi auguro che la preside abbia chiesto di lavarle l’auto come favore e non come atto dovuto». Ma sottolinea: «Non è comunque nei compiti di un collaboratore fare questo genere di cose».

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