Il proprietario del terreno del rave di Valentano: «Il decreto? Giustissimo, io ho avuto danni per 300 mila euro»

Piero Camilli: sul mio campo diecimila scatenati, alcool e droga. Ho fatto causa al ministero

Piero Camilli è il proprietario del terreno a Valentano nel Viterbese dove l’anno scorso venne organizzato un rave che andò avanti per otto giorni. All’epoca accusò i partecipanti di aver ucciso le sue pecore. E oggi in un’intervista rilasciata a La Nazione esulta per il decreto anti-rave del governo Meloni: «Ha idea di cosa succeda in questi raduni dove alcol e droga sono i protagonisti?», esordisce Camilli nel colloquio con Luca Mantignoni. «Diecimila scatenati a cui sembrava fosse tutto permesso. C’erano addirittura auto senza targa», ricorda oggi. E racconta: «Il terreno che fu invaso e occupato per giorni era ridotto così male che l’anno successivo non l’ho potuto neanche seminare, quindi ho perso il raccolto. Un conto di 300 mila euro». E ancora: «Oltre al danno del terreno poi improduttivo, ho avuto porte degli annessi sfasciate, furti di gasolio, latte rubato, una cinquantina di pecore uccise dai cani dei partecipanti, pozzo dell’acqua rotto e il fuggi fuggi degli ospiti dal mio agriturismo che confina con il terreno dove si svolgeva il rave. E quei turisti durante il resto dell’estate non li ho più rivisti». Per questo adesso vuole un risarcimento: «Ho fatto causa al ministero dell’Interno chiedendo 300 mila euro. L’udienza ci sarà a dicembre. Se vinco, li prendo e li devolvo alla Croce rossa della quale sono socio».


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