Stretta sui rave, Piantedosi porta in Cdm la proposta: confisca della strumentazione e intercettazioni su chat e social degli organizzatori

Il piano del titolare del Viminale mentre le ipotesi di fermare il rave di Halloween sono andati a vuoto (per ora)

Piano con la techno, stop ai raduni improvvisati sotto le casse circondati da furgoni nelle zone industriali o abbandonate del Bel paese. Il governo Meloni usa il pugno duro e punta a una rapida stretta sui rave party, in linea con le norme già in vigore in altri paesi europei, che hanno determinato una riduzione degli eventi di questo tipo. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha infatti annunciato che durante il Consiglio dei ministri di domani, 31 ottobre, presenterà una prima bozza di provvedimento «per dare nuovi e più efficaci strumenti di prevenzione e intervento». L’obiettivo è quello di intervenire mediante la confisca obbligatoria dei veicoli (camion e furgoni) e della strumentazione e delle apparecchiature musicali usate dagli organizzatori dei raduni. Ma non solo. Per gli organizzatori dei rave, se individuati, scatterebbe anche l’obbligo del ripristino dell’ordine nei luoghi dove si sono svolti i raduni. Ma il governo Meloni punta anche a prevenire l’organizzazione dei rave. Per fare ciò, il governo starebbe pensando di utilizzare intercettazioni su chat e social network utilizzati da chi organizza gli eventi, come per reati di particolare gravità (come corruzione, associazione a delinquere, solo per citarne alcuni) al fine di sapere in anticipo quando e dove questi eventi si terranno per presidiare gli accessi alle aree dove si svolgerebbero i raduni. Insomma, una strategia quasi del tutto opposta a quella dell’ex ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, spesso accusata dal centrodestra di non essere intervenuta con prontezza per fermare alcuni raduni negli anni scorsi, come il rave vicino al lago di Mezzano, nel Viterbese, e il raduno nell’area industriale tra Borgaretto e Nichelino, nel Torinese. In quell’occasione, l’ex ministra dell’Interno venne accusata dalla deputata torinese di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli, di essere «un ministro, più techno che tecnico». L’ex titolare del Viminale aveva espresso la volontà di voler proporre una legge anti-rave nel novembre 2021.


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