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La capitana delle Farfalle Alessia Maurelli: «Disagio e malessere. Fare chiarezza sugli abusi è un dovere»

04 Novembre 2022 - 18:35 Maria Pia Mazza
La capitana della nazionale italiana di ginnastica ritmica: «La mia personale esperienza è stata positiva, e sono pronta a esprimermi nelle sedi opportune. Da donna e sportiva non posso però rimanere indifferente»

«Sono profondamente rattristata da tutto ciò che ho letto ultimamente. Confesso l’enorme disagio e malessere mio e delle Farfalle in questi ultimi giorni qui a Desio. Del resto è impensabile mantenere calma e indifferenza mentre lo sport che amo è avvolto da una nube nera di sofferenza e polemiche». Sono le parole di Alessia Maurelli, capitana della nazionale italiana di ginnastica ritmica, ossia delle “Farfalle”, dopo le denunce di maltrattamenti, umiliazioni, pressioni psicologiche e fisiche e comportamenti anti-sportivi e lesivi delle atlete subìti in passato da diverse ex ginnaste durante la frequentazione dell’Accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio, che è stata commissariata con delibera d’urgenza ieri, 3 novembre, dal presidente di Federginnastica Gherardo Tecchi.

Maurelli, due volte campionessa olimpica, in una nota ufficiale scrive: «Esponendomi in prima persona, posso essere una portavoce per chi come me ha alle spalle un’esperienza positiva, ricca di momenti luminosi e persone meravigliose. Un’esperienza che già in questi anni è servita ad aiutare tantissime ragazze che mi hanno contattato in privato per avere consigli. Mi auguro che non si spenga la speranza di piccole ginnaste che sognano di diventare farfalle e volare in una pedana olimpica. Sono stata educata al rigore e al rispetto del mio corpo. Questo sport non si spegnerà».

La capitana delle Farfalle, che spiega che proseguirà l’attività nel centro di Desio, si rivolge anche direttamente alle ex atlete che hanno denunciato i maltrattamenti subìti in passato: «Leggendo le vostre dolorose testimonianze voglio esprimere la mia vicinanza a tutte voi, accomunate dalla mia stessa passione, che avete e state soffrendo. Tutto ciò mi ha fatto riflettere sul mio percorso, e mi reputo molto fortunata di essere cresciuta in un ambiente sano, a Ferrara, in una società nella quale sono stata educata alla disciplina, al rigore e al rispetto del mio corpo. Mi rendo conto però che questa dovrebbe essere la normalità».

I ruoli e il valore del sacrificio

E la capitana azzurra aggiunge: «Questa forma mentale si dovrebbe radicare fin dall’inizio nelle famiglie, dove crescono e si formano le giovani campionesse del futuro. Il rispetto fra allenatore e atleta deve essere sempre presente, senza impedire di raggiungere il proprio sogno, senza distorcere la realtà e senza nascondere lo spirito di sacrificio necessario per raggiungere i vertici, ma in modo corretto e sano». L’atleta dice di essere «sicura che che grazie alle indagini verrà fatta chiarezza, e mi auguro che si possa prendere spunto per migliorare e lavorare su ciò che non ha funzionato nel mio ambiente, così come in quello di alcune società in Italia».

Questo perché, a detta di Murelli, «lo si deve all’amore di uno sport troppo bello per spegnersi: fare chiarezza è un dovere per tutte le persone che hanno fatto della ginnastica ritmica la propria vita con impegno e correttezza e tutte quelle che l’hanno abbandonata con dolore. Consapevole di tutto ciò che ho vissuto, visto, affrontato e che posso testimoniare con molto materiale e fatti concreti, sono pronta ad esprimermi al 100% nelle apposite sedi, sperando che la mia esperienza possa aiutare le indagini a far chiarezza». In qualità di capitana della nazionale di ritmica italiana, infatti, Murelli spiega che negli ultimi giorni è stata più volte raggiunta «da commenti del tipo “ma questo non è sport, è una tortura disumana, è un inferno di ambiente”» che l’hanno lasciata pietrificata.

«Respiro, poso il telefono e chiedo a me stessa: Ma tu perché fai questo sport? Ti fai davvero un mazzo tanto, ogni giorno, da una vita, per una disciplina così disumana e subdola? Certo che no. Perché non lo è. Non lo deve essere! E lo posso affermare con piena consapevolezza. Da militare, da Cavaliere della Repubblica e da Capitana dell’attuale Squadra Nazionale di ginnastica ritmica. In quanto ginnasta veterana all’interno delle Farfalle, ma soprattutto da donna e sportiva particolarmente attenta a questi temi, non posso rimanere indifferente a tutto ciò».

Foto in copertina: Instagram / ale_maurelli

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