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Geo Barents, sbarcano tutti i 212 migranti rimasti a bordo. Msf: «Un grande sollievo»

08 Novembre 2022 - 20:17 Maria Pia Mazza
L'annuncio del capo missione Juan Matias Gil: «Sono stati ritenuti tutti fragili. E torneremo presto in mare, dobbiamo continuare a salvare vite umane»

Tutti i 212 migranti rimasti a bordo della nave Geo Barents possono scendere. È quanto comunicato da Juan Matias Gil, il capo missione di Geo Barents, la nave di Medici Senza Frontiere, approdata nel porto di Catania ieri, 7 novembre, e da cui erano stati fatti scendere 357 i migranti, soprattutto donne e bambini. La nave aveva ricevuto l’autorizzazione dalle autorità italiane affinché venissero valutati i casi di vulnerabilità a bordo. Medici Senza Frontiere aveva fatto sapere che, tra i 572 a bordo erano presenti almeno 3 donne in gravidanzapiù di 60 i minori, di cui 56 non accompagnati. Ma quest’oggi, dopo la valutazione da parte della commissione dagli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf) e dall’Accoglienza Sanitaria Migranti (Asp), tra cui sono presenti anche diversi tra psicologi e psichiatri, si è rilevato un livello di «alto rischio» a bordo del natante. La commissione ha infatti ritenuto che tutte le persone rimaste a bordo sono «fragili». A seguito dell’ispezione sulla Geo Barents è arrivata l’autorizzazione a scendere, per tutti. «Le autorità sanitarie ce lo hanno appena confermato, è un grande sollievo dopo settimane di attesa», ha commentato Juan Matias Gil. Le operazioni di sbarco sono iniziate intorno alle 20 di martedì 8 novembre e si sono concluse circa due ore dopo. Il capo missione di Medici senza frontiere, Juan Mattias Gil, parlando con i giornalisti sul molo 10 del porto di Catania, ha assicurato: «Torneremo presto in mare, dobbiamo continuare a salvare vite umane, il tempo di fare rifornimento alla nave e cambiare l’equipaggio. Penso entro due giorni, tra Catania e Augusta. Domani ci riposiamo. Il decreto del governo Meloni? Non possiamo fermarci, vedremo…».

Foto di copertina: ANSA/ORIETTA SCARDINO

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