Milano, nuovo blitz di Ultima Generazione: 8 kg di farina su un’opera di Andy Warhol: «La bellezza ci salverà? Caz**ata. Servono azioni radicali» – Il video
8 Kili di farina lanciati sulla macchina di Andy Warhol all’interno della mostra Andy Warhol: La Pubblicità Della Forma alla Fabbrica del Vapore di Milano. È l’ennesima azione degli attivisti di Ultima Generazione, iniziata questa mattina 18 novembre alle 11.00. Dopo il lancio della farina, due degli esponenti del gruppo di sono incollati ai finestrini dell’auto. La macchina in questione è una Bmw M1 dipinta dall’artista statunitense nel 1979. La protesta nasce per attirare nuovamente l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica sulle tematiche ambientali. Nello specifico, il movimento chiede di interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale, procedere a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20 GW nell’anno corrente, e creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili. «Io sento l’imperativo morale di fare qualcosa. Non sappiamo più cosa fare. Chiedo a tutte le persone che sanno che c’è una crisi ecologica in corso di unirsi per fare disobbedienza civile non violenta», ha dichiarato Carlotta, attivista 32enne che ha partecipato al blitz a Milano. Come negli altri blitz, i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato all’azione sono stati portati via di peso anche dagli stessi visitatori.
Perché gli attivisti colpiscono l’arte
Azioni simili a quella di oggi si sono svolte in contemporanea in altri 5 Paesi: Francia, Germania, Norvegia, Canada e Stati Uniti. «Le opere d’arte sono state prese di mira per evidenziare l’ipocrisia valoriale della nostra società: davvero ci indigniamo per la simulazione di un danneggiamento di opere d’arte mentre la distruzione oggettiva e in atto delle opere della natura, degli ecosistemi e della nostra stessa vita ci lascia indifferenti? È necessario riconsiderare i nostri valori etici, emotivi e le nostre priorità», spiegano gli attivisti in risposta a chi critica la scelta di attaccare il mondo dell’arte. E tengono a evidenziare perché, a loro avviso, le persone non dovrebbero sorprendersi di fronte alle «azioni ribelli». «È sorprendente che non lo facciano tutti», incalzano. «Quando il cibo comincerà a mancare in maniera consistente sarà troppo tardi per protestare, perché non si potrà più tornare indietro. È per questo motivo che sempre più scienziati si espongono in prima persona», aggiungono. «Dicono che la bellezza ci salverà, ma è una ca**ata. Ciò che salverà il mondo come lo conosciamo sono azioni immediate e radicali per mitigare gli effetti della crisi climatica in atto mentre parliamo».
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