«Il Seminatore» di van Gogh imbrattato, gli attivisti rispondono a Meloni: «Non è vandalismo, ma un grido di allarme»

Ieri la neo premier aveva pubblicato un post su Facebook in cui definiva il gesto «semplice e puro vandalismo»

«Semplice e puro vandalismo che nulla ha a che fare con l’ambientalismo». La neo premier Giorgia Meloni aveva definito così il gesto degli attivisti di Ultima Generazione che ieri – venerdì, 4 novembre – hanno imbrattato con una passata di piselli Il Seminatore di Van Ghogh, un’opera esposta a palazzo Bonaparte di Roma. Questa mattina è arrivata la replica da parte del gruppo, che dopo aver rifiutato l’etichetta di «ambientalisti» e appreso da Facebook dell’indignazione di Meloni, hanno affermato in un nota che il loro gesto non ha niente a che vedere con «il vandalismo», bensì si tratterebbe di «un grido di allarme di cittadini disperati che non si rassegnano ad andare incontro alla distruzione del Pianeta e, con esso, alla propria vita». Le azioni di cui si fanno promotori gli attivisti, descritte come «gesti di non violenza», sono il risultato – si legge nella nota – dei «passi indietro che ogni giorno il Paese fa sul fronte climatico». In particolare, gli attivisti sottolineano come l’approvazione del decreto Sblocca trivelle «che ci condanna alla proliferazione di trivelle nell’Adriatico o, come la stessa Meloni ha dichiarato – durante la conferenza stampa dopo il Cdm di ieri 4 novembre -, alla possibilità di liberare alcune estrazioni di gas italiano, ampliando le concessioni in essere e liberandone di nuove», rappresenti l’ultima dimostrazione – da parte del governo – di come non ci sia una consapevolezza sugli «effetti del collasso climatico, drammaticamente reali nel Paese».


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