Omicidio Desirée, confermate in appello le condanne: ergastolo per due degli accusati. La madre: «Mostri, restino dietro le sbarre»

La ragazza di Cisterna Latina fu violentata e uccisa il 19 ottobre 2018 in uno stabile abbandonato a San Lorenzo.

La Corte d’Appello di Roma ha confermato tutte e quattro le condanne comminate in primo grado ad Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe, i quattro accusati di aver drogato, violentato e ucciso Desirée Mariottini il 19 ottobre del 2018. Come da sentenza del 19 luglio del 2021, dunque, sono state confermate al termine di quattro ore di camera di consiglio le condanne all’ergastolo per Gara e Salia, e le condanne a 27 anni di carcere per Chima e 24 e mezzo per Minthe. I reati per cui i quattro sono stati condannati sono omicidio volontario, violenza sessuale e spaccio. La ragazza di 16 anni di Cisterna di Latina era stata trovata senza vita in uno stabile abbandonato nel quartiere romano di San Lorenzo.


La madre: «Sono mostri, restino dietro sbarre»

«Speravo nella conferma delle condanne. Sono quattro mostri e devono stare dietro le sbarre». Sono le parole di Barbara Mariottini, mamma di Desirée, che ha accolto così la decisione della Corte di Appello di Roma nei confronti dei quattro imputati. «Questa sentenza mi dà un solo po’ di pace dopo tanto dolore, ma il dolore ci sarà sempre e nessuno mi ridarà mai mia figlia», ha concluso.


Foto copertina: ANSA/FABIO FRUSTACI \ Barbara Mariottini con la zia e la nonna di Desirée durante la lettura della sentenza di appello

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