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Processo Rigopiano, chiesti 12 anni all’ex prefetto di Pescara: «Tragedia frutto di gravi omissioni e interessi clientelari»

24 Novembre 2022 - 15:50 Redazione
La procura ha chiesto la condanna a 6 anni e 11 mesi anche per l'ex presidente4 della provincia e 11 per l'ex sindaco di Farindola

La Procura di Pescara ha chiesto la condanna dell’ex Prefetto di Pescara Francesco Provolo a 12 anni, dell’ex presidente della Provincia Antonio Di Marco a 6 anni, e al sindaco di Farindola Ilario Lacchetta a 11 anni e 4 mesi. Tutti e tre, assieme ad altri tecnici comunali e dirigenti pubblici, sono accusati a vario titolo di omicidio, disastro colposo e lesioni nel processo per la tragedia di Rigopiano, la valanga che il 18 gennaio 2017 travolse l’hotel abruzzese e causò la morte di 29 persone. Alla provincia di Pescara la procura contesta di non aver sgomberato dalla neve la strada provinciale 8 per permettere agli ospiti dell’hotel Rigopiano di andare via dal resort. Al sindaco Lacchetta, invece, viene contestato di non aver messo in atto il Piano d’emergenza e di non aver evacuato l’hotel per tempo. La tesi sostenuta dal pm Andrea Papalia è questa: i ritardi da parte della prefettura di Pescara nel coordinamento dei soccorsi e le inadempienze del comune e della provincia avrebbero giocato un ruolo determinante nella tragedia di Rigopiano. «L’intera vicenda – ha spiegato Anna Benigni, altra pm che rappresenta l’accusa – è il frutto di gravi omissioni da parte di Comune, Provincia, Regione e Prefettura, e responsabilità da parte di una classe dirigente protagonista di malgoverno e impegnata a soddisfare interessi clientelari invece che quelli dei cittadini». Secondo l’accusa, a Rigopiano «si è assistito al fallimento del sistema di Protezione civile».

Tutte le richieste di condanna

I tre imputati indicati sopra (ex prefetto, ex presidente di provincia e sindaco) non sono gli unici per cui la procura ha chiesto una condanna. Questo l’elenco completo richiesto dall’accusa: per l’ex Prefetto Francesco Provolo 12 anni, per i dirigenti della Prefettura Leonardo Bianco 8 anni, Ida De Cesaris 9 anni. Per il sindaco Ilario Lacchetta sono stati chiesti 11 anni e 4 mesi come per il dirigente comunale Enrico Colangeli. Per i dirigenti della provincia di Pescara Paolo D’Incecco e Maurio Di Blasio 10 anni, mentre per l’ex presidente Antonio Di Marco la richiesta è di 6 anni. Per i dirigenti regionali Carlo Giovani, Pierluigi Caputi, Emidio Primavera, Sabatino Belmaggio, Carlo Visca 5 anni, 7 per Vincenzo Antenucci. Per gli ex sindaci del comune di Farindola Massimiliano Giancaterino e Antonio De Vico 6 anni, per Bruno Di Tommaso, gestore dell’hotel, 7 anni e 8 mesi. Pene di 4 anni per il geologo Luciano Sbaraglia. Per i dirigente provinciali: 4 anni per Giulio Honorati. 3 anni per Tino Chiappino, 2 per Andrea Marrone, un anno per il tecnico Giuseppe Gatto. Sul fronte del depistaggio in Prefettura: 2 anni e 8 mesi per Daniela Acquaviva e Giulia Pontrandolfo, 2 anni per Giancarlo Verzella. Chiesta l’assoluzione per Antonio Sorgi e i funzionari della Prefettura Salvatore Angieri e Sergio Mazzia. Per la Gran Sasso Resort – e, di conseguenza, per l’imprenditore Paolo Del Rosso – la richiesta è di 200 mila euro.

Foto di copertina: ANSA / ALESSANDRO DI MEO | I resti dell’hotel Rigopiano in una foto del 26 gennaio 2017

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