Il pugno chiuso di Toninelli e l’ok di Fratelli d’Italia: tutta la storia del “condono” di Ischia del 2018

Il governo Conte e la norma voluta da M5s e Lega. Cosa dice la legge e cosa c’entrano i condoni precedenti

È il 15 novembre 2018. Il Decreto Genova, tre mesi dopo la tragedia del ponte Morandi, passa in via definitiva al Senato. 167 voti favorevoli, 49 contrari e 53 astensioni. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale reca con sé il famigerato articolo 25. Ovvero quello intitolato “Definizione delle procedure di condono” per le abitazioni colpite dal terremoto di Ischia. E l’ultimo ok in Senato arriva con il voto favorevole della maggioranza che teneva in piedi il primo governo Conte. Ovvero Lega e Movimento 5 Stelle. Con l’aggiunta di Fratelli d’Italia. Pd e Leu votano contro, Forza Italia si astiene. Due giorni prima in commissione Ambiente e Lavori Pubblici il M5s si spaccava. due senatori, ovvero Gregorio De Falco e Paola Nugnes, votavano contro le indicazioni del loro partito. Alla fine della seduta a Palazzo Madama il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli esulta con il pugno chiuso.


Storia di un “non condono”

Ieri il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha sostenuto che quello del 2018 non fosse un condono, ma invece una norma nata per mettere velocità alle pratiche impantanate. «Avevamo definito la proceduta in modo tale che si potesse chiudere più velocemente». Conte ha precisato che questo non dava «nessuna deroga ai vincoli idrogeologici. Era una procedura di semplificazione, per dare una risposta». La stessa versione dei fatti è arrivata da una nota del M5s: «I condoni a Ischia sono stati approvati dai governi Craxi e Berlusconi. Il governo Conte nel 2018 si trovò di fronte l’emergenza dei terremotati e delle loro richieste di aiuto per la ricostruzione delle abitazioni. Di fronte a questa situazione emergenziale il Governo Conte I stabilì una cosa molto semplice, ossia che sulle procedure di condono risalenti ad anni e decenni precedenti lo Stato doveva velocizzare le risposte: un sì o un no ai cittadini in 6 mesi, nel rispetto dei vincoli (paesaggistici, idrogeologici etc.) esistenti».


La norma

Secondo la tesi del M5s «l’abusivismo dilaga con l’inerzia dello Stato e quello che è stato fatto nel 2018 è stato dire a Comuni e amministrazioni competenti di velocizzare le procedure e le risposte, anche negando – in caso di violazione dei vincoli – pratiche di condono avviate con le decisioni di altri governi». La norma recita: «Al fine di dare attuazione alle disposizioni di cui al presente decreto, i Comuni di cui all’articolo 17, comma 1, definiscono le istanze di condono relative agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017…». I municipi interessati sono Casamicciola Terme, Forio, Lacco Ameno dell’Isola di Ischia. Si precisa che si parla delle richieste «presentate ai sensi della legge 28 febbraio 1985, n. 47, della legge 23 dicembre 1994, n. 724, e del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2003, n. 326, pendenti alla data di entrata in vigore del presente decreto». Il comma 2 obbliga i municipi «ad assicurare la conclusione dei procedimenti volti all’esame delle predette istanze di condono, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto». Il comma 3 dice che l’erogazione dei contributi è subordinata all’accoglimento delle istanze. Ieri Legambiente ha precisato che è arrivato a 27 mila «il numero delle pratiche di condono presentate in occasione delle tre leggi nazionali: di queste risultano negli uffici tecnici di Forio 8.530 istanze, 3.506 a Casamicciola e 1.910 a Lacco Ameno».

L’esultanza di Toninelli

All’epoca anche Luigi Di Maio difese il decreto con il condono per Ischia. Mentre l’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa si disse perplesso in più occasioni. Il pugno chiuso di Toninelli dopo l’ok al decreto scatenò polemiche a destra. Ma alla fine si trattava o no di un condono? La legge disponeva che entro 6 mesi i comuni colpiti dal sisma dovessero chiudere le pendenze ancora aperte rispetto alle richieste di sanatoria presentate in base al condono edilizio del 1985. L’architetta ambientalista e territorialista Anna Savarese di Legambiente Campania spiegò all’epoca che «il problema è la sicurezza: la legge 47 del 1985 è precedente a molte normative di tutela del territorio, del paesaggio, di contrasto del rischio sismico, vulcanico e idrogeologico. Le leggi successive sono state adeguate a quegli standard. Ad esempio, il condono del 2003 escludeva i luoghi vincolati, per motivi paesaggistici o di sicurezza, quello del 1985 no. Non solo. La legge del 1985 consente di condonare anche edifici costruiti in aree demaniali o protette». Ma allora perché il governo ha scelto di fare riferimento alla legge del 1985 e non a quella del 2003? «Perché altrimenti a Ischia non avrebbe potuto condonare praticamente nulla».

Il chiarimento del ministro

«Si chiarisce che l’ex Ministro Danilo Toninelli, il giorno dell’approvazione di tale legge di conversione, esultava per un provvedimento importante, che ha portato a ricostruire il ponte di Genova, essendo stato sin da subito promotore di misure urgenti da adottare da parte del Governo per far fronte alla ricostruzione, all’aiuto delle vittime ed alla adozione di nuove norme sulla sicurezza delle infrastrutture, misure poi tutte sfociate nel decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109».

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