Chi è Claudio Campiti, il killer che ha ucciso tre donne nella sparatoria in un bar di Roma – Il video

Al 57enne è stato negato il porto d’armi anche per il rapporto conflittuale con gli altri membri del consorzio Valleverde

Il bilancio della tragedia che si è consumata la mattina dell’11 dicembre a Fidene, Roma, è di tre morti e quattro feriti, di cui uno in condizioni gravissime. Sono Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi e Nicoletta Golisano, le tre donne decedute. Una era la segretaria della presidente del consorzio, un’altra la revisore dei conti. Non è ancora chiaro se la terza donna uccisa ricoprisse un incarico nel consiglio di amministrazione del consorzio Valleverde, con sede ad Ascrea, o se fosse una semplice residente del complesso. Ad ammazzarle è stato Claudio Campiti. L’uomo di 57 anni, di prima mattina, ha sottratto una pistola a un poligono di tiro fuori Roma. L’ha portata con sé in via Monte Giberto a Fidene. È entrato con l’arma in mano nel gazebo del bar dove è avvenuta la strage. Ha serrato la porta alle sue spalle e ha cominciato a sparare verso i membri del consiglio di amministrazione. Dopodiché ha rivolto la pistola contro i residenti per uccidere anche loro. Solo l’inceppamento dell’arma e l’intervento di alcuni partecipanti alla riunione che sono riusciti a placcare l’uomo ha evitato che le vittime fossero molte di più. I carabinieri, una volta giunti sul posto, hanno arrestato Campiti e l’hanno scortato nella caserma del Nucleo radiomobile di Roma.


La guerra di denunce tra Campiti e consorzio

Il 57enne era ben noto ai membri del consorzio. Negli ultimi anni era partita una guerra di denunce tra lui e la struttura: sembrerebbe che i carabinieri già fossero a conoscenza delle minacce e dei comportamenti violenti di Campiti, tanto che queste segnalazioni avrebbero impedito all’uomo di ottenere il porto d’armi. Fino al 2021, poi, Campiti ha continuato ad aggiornare un blog delirante in cui lanciava accuse contro il consorzio Valleverde. In un post del 2 novembre di quell’anno, scriveva: «Qui con il codice penale lo Stato ci va al cesso, qui denunciare è tempo perso so tutti ladri. È un feudo concesso dallo Stato al consorzio Valleverde». Ancora, riferimenti a presunte «mafie» che intervenivano nella gestione del complesso e un messaggio inquietante alla luce di quanto accaduto oggi: «Mi stanno tenendo senza pubblica illuminazione, si sa al buio si vede meno e si può sparare in tranquillità».


Il consorzio Valleverde sul lago del Turano

Luciana Ciorba, vicepresidente del consorzio, ha raccontato che Campiti era avvezzo alle minacce «perché non voleva pagare il consorzio ed era stato già denunciato per questo». Il consorzio Valleverde, nato negli anni ’70 in seguito a un piano di lottizzazione dell’area, si trova in una zona turistico-residenziale di circa 25 ettari tra i Comuni di Ascrea e Rocca Sinibalda, in provincia di Rieti. Le case sorgono sul costone di una collina che si affaccia sul lago artificiale del Turano. Al consorzio spetta la gestione e manutenzione ordinaria delle strade, della rete fognaria, dell’illuminazione, dei servizi e delle zone a verde.

La testimonianza di un partecipante alla riunione – Il video

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