Elon Musk fa causa allo studente che pubblicava su Twitter i voli del suo jet (e gli chiude l’account): «È uno stalker pazzo»

Il plurimiliardario ha parlato di presunti pedinamenti subiti: «Ho avviato un’azione legale»

Elon Musk sembra incassare male le critiche. Non gli è bastato, infatti, sospendere da Twitter, il social di cui è entrato in possesso, l’account che tracciava i suoi spostamenti con il jet privato (a sottolinearne lo stridore con le dichiarazioni ecologiste del patron di Tesla). Il plurimiliardario ha anche deciso di denunciare lo studente della Florida che si celava dietro il profilo, Jack Sweeney. Ma la ragione, a suo dire, non risiederebbe in un bieco desiderio di vendetta. Sweeney sarebbe uno «stalker pazzo» che l’altra sera avrebbe pedinato «un’auto con tre X a Los Angeles» pensando fosse quella di Musk, a detta di quest’ultimo. Che assicura, senza aggiungere ulteriori dettagli: «Un’azione legale è stata avviata contro Sweeney e le organizzazioni che hanno provocato danni alla mia famiglia».


Il «paradiso della libertà»

Questa spiegazione arriva dopo le polemiche che aveva scatenato il blocco dell’account di Sweeney, @ElonJet, che poteva vantare oltre mezzo milione di followers. In contraddizione con la dichiarata intenzione di Musk di voler rendere il social un «paradiso della libertà d’espressione». L’account era stato ripristinato mercoledì sera, ma dopo poche ore è stato oscurato di nuovo. «Ogni account – si è giustificato dopo le molteplici critiche – che documenta gli spostamenti in tempo reale verrà sospeso, perché è una violazione alla sicurezza personale. Questo include indicare i luoghi con informazioni in tempo reale». E ha poi specificato, forse per aiutare gli utenti ad orientarsi meglio tra le ambiguità del nuovo regolamento: «Postare le location verso cui qualcuno è diretto ma in leggero ritardo non è un problema di sicurezza, quindi è ok».


Il messaggio di Sweeney

In un messaggio pubblicato in cima all’account di Sweeney, quando era ancora visibile, il suo autore ha sottolineato di avere «tutto il diritto di diffondere informazioni» sul jet. In quanto i dati sono pubblici e tutti gli aerei hanno l’obbligo di essere dotati di un transponder (un dispositivo destinato ad aiutare nella loro identificazione da parte dei radar). «Il mio impegno per la libertà di espressione arriva al punto di non vietare l’account che segue il mio aereo, anche se rappresenta un rischio diretto per la mia sicurezza personale», aveva scritto Musk su Twitter all’inizio di novembre, pochi giorni dopo aver acquistato la piattaforma per 44 miliardi di dollari. E, evidentemente, prima di cambiare idea.

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