L’avvocato di Maradona, il legale (ripudiato) del cardinale Becciu e l’eroe dei dissidenti M5S. La carica dei 126 candidati al Csm

Il Parlamento è convocato in seduta comuna il 17 gennaio per eleggere i 10 nuovi membri dell’organo di autogoverno della magistratura. Ma la lista dei candidati è già lunga e ricca di sorprese

Avvocati di grido e illustri sconosciuti, politici dimenticati o in attesa di collocamento, eminenti docenti e attivisti senza speranza. È un mix di profili variegato quello dei 126 candidati auto-propostisi per il ruolo di componenti del Consiglio superiore della magistratura (Csm). Per sottoporre la propria candidatura al prestigioso incarico c’è tempo fino al 14 gennaio, ma a poche settimane dalla chiusura dei termini l’elenco delle candidature fin qui sottoposte, pubblicato sui siti di Camera e Senato, presenta già un ricco parterre. Materiale da studiare tra una fetta di panettone e un calice per i membri delle due Camere, che il prossimo 17 gennaio saranno convocate in seduta comune per eleggere – a norma di Costituzione – i 10 nuovi componenti del Csm di nomina parlamentare. Requisito necessario per entrare nella rosa dei candidati: essere professore ordinario di una materia giuridica, e/o avvocati con all’attivo almeno 15 anni di esercizio effettivo. Al Parlamento in seduta comune, al momento dell’elezione, il compito di assicurare il rispetto dell’altro criterio previsto dalla legge: la garanzia della parità di genere, riservando almeno il 40% dei posti al genere meno rappresentato.


Penalisti di grido

Scorrendo la lista dei candidati, saltano all’occhio i nomi di diversi avvocati noti per aver difeso personaggi accusati di crimini e stragi molto discussi negli ultimi anni. C’è Valter Biscotti, avvocato penalista impegnato in alcuni dei processi più chiacchierati d’Italia: da quello per l’omicidio-Moro (in cui ha difeso i famigliari dei membri della scorta) a quello di Perugia per la morte di Meredith Kercher, dal caso Avetrana (in cui difese i familiari di Sarah Scazzi) al giallo dell’Olgiata. C’è il difensore di Luca Traini, l’uomo che nel 2018 sparò per le vie di Macerata ferendo sei immigrati: Giancarlo Giulianelli, oggi garante per i diritti della persona della Regione Marche. E l’avvocatessa aquilana, Fabiana Gubitoso, già legale del figlio di Totò Riina, Salvatore Giuseppe, nonché di Leoluca Bagarella, membro di Cosa Nostra condannato all’ergastolo. Molti i processi dal forte valore politico e mediatico cui ha preso parte da protagonista anche Gaetano Pecorella: ha difeso nella sua carriera Nunzio De Falco, il boss della camorra condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio di don Peppino Diana, il comandante partigiano Giambattista Lazagna, assolto dall’accusa di fiancheggiamento delle Br, e l’estremista di destra Delfo Zorzi, assolto per le stragi di piazza Fontana e piazza della Loggia. E poi ancora Ovidio Bompressi, condannato per l’omicidio del commissario Calabresi, e Francesco Furchì, condannato per il ferimento mortale del politico torinese Alberto Musy. Parlamentare del centrodestra a lungo vicino a Silvio Berlusconi, ha difeso in diversi processi lo stesso ex premier.


Tra giustizia, media e politica

Tra gli (ex) uomini di fiducia del leader di Forza Italia si rivede nell’elenco dei candidati al Csm anche Luigi Vitali. Già deputato e senatore per Forza Italia e Pdl e sottosegretario alla Giustizia, dopo la militanza giovanile nell’Msi, Vitali ha legato il suo nome ad alcune delle leggi più controverse dell’era-Berlusconi: la depenalizzazione del reato di falso in bilancio, i condoni fiscali e quello edilizio. Ma all’incrocio tra giustizia e politica spuntano nell’elenco dei 126 altri nomi saliti negli ultimi anni agli onore delle cronache. C’è quello di Lorenzo Borrè, difensore dei dissidenti del Movimento 5 Stelle ad ogni latitudine negli anni dei mille ricorsi contro il “non-Statuto” di Beppe Grillo, e Alfonso Furgiuele, per anni legale di Clemente Mastella. L’avvocato Ivano Iai il suo cliente più famoso lo ha invece perso, almeno per il momento. Designato in un primo momento dal cardinale Becciu, il porporato cui il Papa ha chiesto di dimettersi dopo le accuse di distrazione di fondi vaticani, Iai ha dovuto rinunciare all’incarico dopo che una sua foto in abiti un po’ troppo succinti (in slip essenziali) su Instagram ha costretto Becciu al “doloroso” dietrofront. L’avvocato napoletano Angelo Pisani difese invece un grande campione oggi scomparso, Diego Armando Maradona, nel contenzioso con Equitalia. Sulle ali del successo, Pisani ha poi fondato il movimento “Noi consumatori”, che avrebbe vinto centinaia di cause proprio contro Equitalia. Un organismo quasi omonimo del celebre Codacons, il cui presidente, Carlo Rienzi, è pure in lizza.

Politici di lungo corso e mancati

Tra le altre decine di profili che saranno al vaglio del Parlamento in seduta comune, ci sono poi molti avvocati che hanno tentato, con alterne fortune, l’avventura politica. Il 17 gennaio si capirà se hanno gettato il loro nome nella mischia autonomamente o possono contare sull’appoggio di uno o più partiti. Ci sono candidati vicini a formazioni dell’intero arco parlamentare. Tra i molti: Stefano Passigili a lungo in Parlamento con Ds e Pd e Luigi Florio, già sindaco di Asti per Forza Italia. Aniello Formisano, che negli anni ha vestito la casacca di Pci, Pds e Ds, Margherita, e Italia dei valori, Centro democratico e Moderati, Articolo 1 e infine Demos. Antonino Lo Presti, già uomo di Fini, e Massimiliano Marotta di Noi Moderati. Giuseppe Rossodivita dei Radicali e Giovanni Barbatella vicino al M5S. E ancora la giurista femminista Antonella Anselmo e la fedelissima di Alfredo Mantovano, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Daniela Bianchini. Innumerevoli, poi, i professori universitari di materie giuridiche e gli avvocati privi di chiara affiliazione politica. Nell’elenco dei candidati c’è posto per tutti. Dal setaccio del Parlamento ne passeranno a gennaio solo dieci.

Foto: Ivano Iai, ex avvocato del cardinale Angelo Becciu, in uno scatto pubblicato sui suoi canali social

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