La svolta di Extinction Rebellion: «Basta azioni di disobbedienza, è tempo di privilegiare le relazioni»

Il cambio di strategia annunciato dal collettivo di attivisti contro il cambiamento climatico con una nota dal titolo emblematico: «We Quit»

Gli attivisti di Extinction Rebellion cambiano tattica. Niente più mani incollate alle opere d’arte, né vernice colorata lanciata su edifici o quadri, né irruzioni o blocchi di luoghi pubblici. «We Quit», ovvero «Abbiamo smesso», fanno sapere gli attivisti che denunciano l’emergenza climatica. Una decisione presa dallo stesso collettivo, scrivono nella nota con questo titolo pubblicata sui canali ufficiali, «per dare la priorità alla presenza rispetto all’arresto e alle relazioni rispetto ai posti di blocco». Per gli attivisti è arrivato il tempo di «interrompere l’abuso di potere e lo squilibrio, per realizzare una transizione verso una società giusta che lavori insieme per porre fine all’era dei combustibili fossili». E per farlo «dobbiamo essere – continuano – radicali nella nostra risposta a questa crisi e determinati nei nostri sforzi per affrontare l’emergenza climatica ed ecologica», anche se tutto questo – per il collettivo – significasse «adottare un approccio diverso» rispetto al passato. «In un’epoca in cui parlare e agire sono criminalizzati, costruire un potere collettivo, rafforzarsi di numero e prosperare attraverso la costruzione di ponti è un atto radicale». 


Nel flusso di coscienza pubblicato sul sito del collettivo formato da almeno 100.000 persone c’è anche una Call to Action. Questa volta diversa: abbandonata «vernice e colla», infatti, gli attivisti chiedono alla loro truppa ambientalista di circondare il 21 aprile prossimo il Parlamento inglese. «Le condizioni per il cambiamento nel Regno Unito non sono mai state così favorevoli: è tempo di cogliere l’attimo», hanno sottolineato gli attivisti secondo i quali, però, è giunto il momento di una maggiore collaborazione tra i diversi gruppi di protesta per combattere le innumerevoli “crisi” ambientali e non solo che il Pianeta sta affrontando. «La confluenza di molteplici crisi – si legge nel comunicato – ci offre un’opportunità unica per mobilitarci e andare oltre le divisioni tradizionali. Nessuno può farlo da solo, ed è responsabilità di tutti noi, non solo di un gruppo… Mentre i nostri diritti vengono privati e coloro che parlano e sono più a rischio vengono messi a tacere, dobbiamo trovare un terreno comune e unirci per sopravvivere». 


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