Inflazione, in Italia a dicembre rallenta all’11,6%. Ma il dato 2022 è il peggiore dal 1985

Questo rallentamento dell’inflazione si inserisce in un quadro di respiro più generale a livello europeo dove anche Germania, Spagna e Francia hanno registrato un freno al prezzo dei consumi

Anche nel nostro Paese sembra scendere la curva dell’inflazione. O almeno crescere meno rapidamente, ma troppo poco rispetto al resto d’Europa. I prezzi sono aumentati su base annua dell’11,6%, in leggera frenata rispetto a novembre quando erano aumentati dell’11,8%. Lo stabiliscono le recenti stime preliminari del mese di dicembre 2022 diffuse dall’Istat. Un rallentamento, evidenzia l’ente, dovuto soprattutto al calo dei costi dell’energia (che passano da +67,6% di novembre a +64,7% a dicembre), dei beni alimentari non lavorati (da +69,9% a +63,3%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +6,8% a +6,0%). «I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale da +12,7% a +12,6%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,8% di novembre a +8,5%)», spiega l’Istat segnalando come sia positivo il rallentamento che, però, resta comunque lieve.


L’Italia segue il trend europeo

L’ente statistico riferisce di come al netto dell’energia i prezzi sarebbero aumentati solamente del 4,1%, pertanto metà dell’inflazione italiana nel 2022 si spiega prevalentemente dal rincaro dei beni energetici. Nel 2022, complessivamente, i prezzi al consumo sono aumentati dell’8,1% rispetto al 2021, quando l’inflazione invece era solo dell’1,8% rispetto all’anno precedente. Un dato che segna l’aumento più ampio dal 1985. L’inflazione acquisita per il 2023 è pari al +5,1%. Questo rallentamento dell’inflazione si inserisce in un quadro di respiro più generale a livello europeo dove anche Germania, Spagna e Francia hanno registrato un freno al prezzo dei consumi. Per Assoutenti, però, il rallentamento italiano registrato non è sufficiente. Il presidente Furio Truzzi ritiene che «i prezzi al dettaglio sono ancora molto alti e destinati a crescere ulteriormente nelle prossime settimane per effetto dello stop al taglio delle accise sui carburanti». Più positiva l’analisi di Confesercenti secondo cui: «Le notizie sul fronte dei prezzi di gas ed elettricità in calo, inoltre, dovrebbero far ben sperare in un 2023 che inizia con il piede giusto ma senza facili ottimismi»


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