Usa, la Corte suprema del Sud Carolina cancella il divieto di aborto: «Decisione personale e privata»

A tuonare sulla sentenza dei giudici il governatore Henry McMaster: «Hanno chiaramente superato il limite della loro autorità». Elogi invece dalla Casa Bianca

La Corte suprema della Carolina del Sud ha deciso: nel diritto alla privacy garantito nel Paese c’è anche il diritto ad abortire. I giudici ribaltano così ufficialmente la legge statale che vieta la pratica dell’interruzione di gravidanza dopo circa sei settimane. «La decisione di porre fine ad una gravidanza rientra tra le considerazioni più personali e private possibili», ha spiegato la Corte. «Qualsiasi limitazione deve essere ragionevole e deve essere significativa: i tempi imposti devono concedere a una donna tempo sufficiente per determinare se è incinta e per adottare misure ragionevoli per terminare quella gravidanza». Lo scorso giugno la Corte Suprema degli Stati Uniti ha abolito la sentenza Roe v. Wade, con cui nel 1973 aveva reso legale l’aborto a livello federale. «La Costituzione non conferisce il diritto all’aborto». Da quel momento è spettato ai singoli Stati decidere sul tema. Intanto il governatore della Carolina del Sud, Henry McMaster, sembra non aver preso bene la sentenza dei giudici: «Con questa opinione, la Corte ha chiaramente superato la sua autorità. Le persone hanno parlato più volte attraverso i loro rappresentanti eletti su questo tema. Non vedo l’ora di lavorare con l’Assemblea Generale per correggere questo errore», ha detto il governatore. La decisione è stata invece applaudita dalla Casa Bianca: «L’amministrazione Biden è incoraggiata dalla sentenza odierna della Corte Suprema della Carolina del Sud sul divieto estremo e pericoloso di aborto», si legge nel tweet pubblicato dall’addetta stampa Karine Jean-Pierre.  


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