No! Questo studio non dimostra che la proteina Spike causi la miocardite nei ragazzi

Lo studio di Harvard e del Mit suggerisce una correlazione tra proteina Spike e miocardite, ma non lo dimostra

Un recente studio condotto dai ricercatori di Harvard e del Mit apparso sulla rivista Circulation ha ispirato una serie di titoli imprecisi. I ricercatori hanno raccolto campioni da 16 ragazzi vaccinati contro il nuovo Coronavirus e ricoverati nel Massachusetts tra il gennaio 2021 e il febbraio 2022 per miocardite. È stata osservata la presenza di proteine Spike “libere” non legate ad anticorpi nei ragazzi affetti dalla rara patologia. Il gruppo di controllo era costituito da campioni di 45 vaccinati che non avevano sintomi. Questa correlazione con l’aver assunto dosi di vaccini a mRNA (che codifica la proteina Spike per indurre l’immunità) ha portato l’Ansa a titolare «Covid, ricostruite le cause delle miocarditi dei bambini dopo il vaccino». Secondo La Verità bisogna dire «Basta col vaccino ai ragazzi. Lo studio toglie i dubbi». Gli fa eco Il Paragone: «Lo studio che conferma tutto: cosa succede nel corpo». Inevitabilmente l’allarmismo si diffonde anche nelle condivisioni di Facebook (per esempio qui e qui). Il problema è che la ricerca in oggetto non dimostra niente di tutto questo.

Per chi ha fretta:

  • Uno studio correlativo suggerisce una correlazione tra Spike libere non legate agli anticorpi e l’insorgere di rare miocarditi tra il gennaio 2021 e il febbraio 2022 in 16 pazienti tra i 12 e 21 anni.
  • Lo stesso titolo dello studio riporta che sono state riscontrate le proteine spike, senza affermare che siano la causa della miocardite.
  • Diverse testate e blog hanno diffuso la notizia con titoli imprecisi, dove la ricerca in oggetto ricostruirebbe le cause delle miocarditi fugando ogni dubbio.

Analisi

«“Vaccino e miocardite, ecco qual è la causa”. Lo studio che conferma tutto: cosa succede nel corpo», riporta Pierluigi Paragone condividendo l’articolo de Il Paragone.

Altri utenti condividono l’articolo dell’Ansa copia-incollando l’incipit:

“La presenza persistente ad alti livelli della proteina Spike libera nel plasma risulta essere all’origine delle rare miocarditi finora osservate nella fascia d’età compresa fra 12 e 21 anni in seguito alla vaccinazione anti Covid-19 con i vaccini a Rna messaggero (mRna): lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Circulation e condotta da Harvard Medical School e Istituti Wyss, di Università di Harvard e Massachusetts Institute of Technology (Mit).

Il fenomeno è molto raro, tanto che si stima che i casi nella fascia d’età considerata nella ricerca siano 18 su un milione, ed è per questo che lo studio è stato condotto su un piccolo numero di casi, 16, nel periodo compreso fra il gennaio 2021 e febbraio 2022.”

I limiti degli studi correlativi

Lo studio correlativo dichiara «livelli marcatamente elevati di proteina Spike a lunghezza intera (33,9 ± 22,4 pg/mL), non legata da anticorpi, mentre nessun picco libero è stato rilevato in soggetti di controllo vaccinati asintomatici». Secondo i ricercatori gli individui affetti da miocardite post-vaccino presentano univocamente «livelli elevati di proteina Spike libera in circolazione, non legata da anticorpi anti-Spike, che sembrano essere correlati con i livelli di troponina T cardiaca e l’attivazione immunitaria innata con il rilascio di citochine». Sono tante le incognite. Ben lungi dal togliere i dubbi questo studio dovrebbe ispirarne parecchi. Gli stessi autori non notano differenze nelle risposte immunitarie indotte dal vaccino nei due gruppi. Inoltre i ricercatori precisano che i loro risultati «non alterano il rapporto rischio-beneficio favorendo fortemente la vaccinazione per proteggere dalle complicanze gravi correlate alla COVID-19».

Possiamo davvero sostenere che sono state ricostruite con certezza le cause della miocardite post-vaccino nei più giovani? Aureliano Stingi (PhD in Cancer Biology) spiega a Open: «Bisogna notare che raccolgono campioni da 16 bambini, quindi un gruppo ridotto che non può essere considerato rappresentativo. Poi sono gli stessi ricercatori a notare che non vi sono differenze tra vaccinati e non vaccinati nelle risposte immunitarie indotte dalla presenza della Spike».

Nel paragrafo delle discussioni gli autori spiegano inoltre, che “non è chiaro se la proteina Spike circolante nel contesto della vaccinazione con mRNA fosse patogena”. «Certamente, perché si tratta di uno studio correlativo, il quale non può stabilire se il fenomeno è la causa o l’effetto delle miocarditi. Non sappiamo se tra quei bambini fossero incorse condizioni particolari dopo la vaccinazione. Quel che vorrei far notare – continua l’esperto -, è che se questi risultati dimostrassero un collegamento causale dovremmo avere una marea di casi di miocardite tra i ragazzi che invece non vediamo». Del resto chi si ammala di Covid-19 è esposto a una quantità ben più elevata di proteine Spike. «Infatti gli stessi ricercatori riconoscono che questi risultati non cambiano il rapporto rischi-benefici».

Conclusioni

Lungi da noi negare la possibilità che in qualche modo i vaccini a mRNA possano rivelarsi la causa delle rare miocarditi in oggetto, tuttavia studi di questo tipo non lo dimostrano, né possono dimostrare che le Spike libere osservate siano la causa e non l’effetto. I titoli in oggetto invece lasciano intendere che ci troviamo di fronte alla scoperta di ciò che provoca tale patologia nei più giovani.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

Leggi anche: