Crisanti: «Vaccini ai bambini? Aspettiamo gli Usa, le miocarditi preoccupano»

Il docente di microbiologia: «Obblighiamo i No vax ad indossare mascherine Ffp2. Oggi il contagio viene dai non vaccinati e dalla protezione che scema»

A Natale rischiamo 20 mila casi, dalla prossima settimana potrebbero arrivarne 10 mila al giorno. Bisogna accelerare sulla terza dose per tutti. Ma sui bambini meglio la cautela. Il docente di microbiologia all’università di Padova Andrea Crisanti in un’intervista rilasciata oggi a La Stampa dice la sua sull’andamento dell’epidemia e sul rischio di perdere tempo per inseguire i No vax: «A questo punto chi si doveva vaccinare lo ha fatto, dunque mi permetto un pensiero eretico: non conviene perdere tempo, energie e assumere un rischio politico dietro agli irriducibili. Concentriamoci sulle terze dose per rinforzare la platea dei vaccinati. Il timore altrimenti è che riprenda la trasmissione del virus. Si tratta anche di un modo indiretto di proteggere i non vaccinati».


Crisanti propone di obbligare i No vax a indossare una mascherina Ffp2: «Consentirebbe a loro di non vaccinarsi e di proteggersi, e a noi di vivere tranquilli. A quel punto si potrebbero togliere i tamponi rapidi dal Green Pass, che non sono sufficientemente sicuri». Sulla vaccinazione dei bambini invece il professore è molto perplesso: «Problema complesso, perché si ammalano poco e trasmettono molto il virus. Aspettiamo il pronunciamento dell’Ema e soprattutto i dati sul campo americani. Suggerisco cautela, perché le miocarditi nei giovani, seppur leggere, sono state un campanello d’allarme. Perché non attendere le conferme dagli Usa?». In realtà gli ultimi studi scientifici sulla tematica sono concordi nell’affermare che le infiammazioni al cuore restano molto rare e i benefici del vaccino superano i rischi.


Per Crisanti attualmente «il contagio viene alimentato dai non vaccinati e da chi sta perdendo la protezione. La settimana prossima supereremo i 10 mila casi al giorno. I 67 morti di ieri sono tanti e mi chiedo dove siano deceduti, se in ospedale e in quale reparto». A quanti contagi arriveremo? «Andando a gennaio intorno a 20 mila. A un certo punto il contagio si stabilizzerà a un livello che dipende dalla quantità di protetti e da misure come mascherine e distanze. Per questo è fondamentale accelerare sulla terza dose».

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