Miocardite e vaccini a mRNA, Ema: infiammazioni al cuore molto rare dopo Pfizer e Moderna. Perché restano «sicuri»

Secondo gli esperti dell’Ema, il collegamento causale è plausibile, ma non si parla al momento di casi accertati

I casi di miocardite e pericardite associati ai vaccini a mRNA di Pfizer (Comirnaty) e Moderna (Spikevax) sono stati sottoposti all’esame del Prac, il Comitato di farmacovigilanza dell’Ema. Come era successo per i casi di rare trombosi a seguito del vaccino di AstraZeneca (Vaxevria), gli esperti dell’Ente europeo non escludono la possibilità – per quanto estremamente rara – che questi casi siano dovuti alla vaccinazione (Reuters parla di «potenziale collegamento»).


Perché i vaccini a mRNA continuano a essere «sicuri»

I due eventi avversi verranno elencati come effetti collaterali nei rispettivi bugiardini. La causalità di tutte le segnalazioni, su cui si basano similmente anche i Cdc americani, non è stata accertata. Tra le fonti del Comitato, c’è una recente revisione di 145 segnalazioni di miocardite e altre 138 di pericardite. Precisiamo a questo proposito che il 31 maggio 2021 sono state somministrate 177 milioni di dosi con Pfizer e 20 milioni con Moderna. In tutto si contano cinque morti correlate, tutte persone anziane e con altre patologie. Per tutti gli altri casi, gli esperti hanno notato che il decorso dei due eventi avversi è molto simile a quello tipico e può migliorare col riposo e appositi trattamenti.


«Il Comitato ha concluso che i casi si sono verificati principalmente entro 14 giorni dopo la vaccinazione – continua il comunicato dell’EMA – più spesso dopo la seconda dose e negli uomini adulti più giovani. In cinque casi verificatisi nel SEE, le persone sono morte. Erano o di età avanzata o avevano malattie concomitanti. I dati disponibili suggeriscono che il decorso della miocardite e della pericardite dopo la vaccinazione è simile al decorso tipico di queste condizioni, generalmente migliorando con il riposo o il trattamento».

Rischio e pericolo non sono sinonimi

Occorre sempre distinguere tra rischio e pericolo vero e proprio. Il rischio è la probabilità di subire o incorrere in un danno, che va confrontato con la probabilità di ricevere dei benefici. Il pericolo è un rischio concreto. Tutti rischiamo di venire investiti attraversando la strada (ma i benefici di potersi muovere in giro sono decisamente maggiori); siamo davvero in pericolo se lo facciamo mentre sta passando un camion in corsa.

«L’EMA conferma che i benefici di tutti i vaccini COVID-19 autorizzati continuano a superare i loro rischi – conclude il comunicato – dato il rischio di malattia COVID-19 e complicanze correlate e poiché le prove scientifiche dimostrano che riducono i decessi e i ricoveri ospedalieri dovuti a COVID-19».

L’Oms nel riportare la notizia spiega che per questi rari casi le evidenze portano a suggerire una «probabile associazione causale tra miocardite e vaccini mRNA». Usa anche il concetto di «plausibile associazione». È quindi legittimo che si riportino questi eventi avversi nei bugiardini, non di meno, nessuno parla di un collegamento causale accertato. La rarità di questi casi infatti, non permette al momento di escludere altri eventuali fattori (o di considerare il vaccino significativamente più determinante), come avevamo visto in precedenti episodi, esaltati a sproposito dai media.

Foto di copertina: EPA/MICK TSIKAS AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT | A vial of the Comirnaty BNT162b2 (mRNA) Pfizer Covid 19 vaccine at the COVID-19 surge centre in Canberra, Australia, 23 February 2021. Australia’s deputy chief medical officer has heralded the start of the nation’s vaccination rollout as a ‘milestone’ in the fight against COVID-19.

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