Rischio di miocardite nei giovani vaccinati con Pfizer? Perché se ne parla e cosa c’è di vero

Il recente studio israeliano non presenta sufficienti evidenze per dimostrare un collegamento tra Pfizer e cardiopatie

La miocardite rientra tra le cardiopatie potenzialmente associate al nuovo Coronavirus. Resta molto più probabile attraverso la Covid-19, che evitandola coi vaccini. Ora che negli Stati Uniti e nell’Unione europea ci si organizza per somministrare il vaccino a mRNA Comirnaty di Pfizer-BioNTech anche sotto i 16 anni, emerge un report commissionato dal Governo israeliano, dove la miocardite verrebbe correlata al vaccino tedesco in alcuni soggetti tra i 16 e 19 anni.

Per chi ha fretta:

  • I casi di miocardite raccolti in un recente studio del Governo israeliano non dimostrano un collegamento col vaccino di Pfizer;
  • Anche i casi riscontrati dai CDC americani non sono rilevanti per stabilire un potenziale rischio accertato;
  • Al momento i rischi veri o presunti sono abbondantemente compensati dai benefici, che proteggono dalle forme gravi di Covid chi è già predisposto per avere problemi cardiovascolari.

Analisi

In precedenza avevamo analizzato diverse tesi, basate sul fraintendimento delle nostre conoscenze sulla produzione di antigeni, mediante i vaccini a mRNA. Questi farmaci sono basati su un frammento genetico con le sole informazioni per far produrre l’antigene virale (proteina Spike S) alle nostre cellule. Si è sostenuto quindi che tale meccanismo fosse collegato a eventi avversi a breve e lungo termine, come per esempio rare forme di trombosi.

Dalle analisi fatte attraverso le interviste a esperti, quali il microbiologo Luca Fanasca e il genetista Marco Gerdol, è emerso che si tratta di tesi totalmente infondate. Anche se studi preliminari mostrano la remota possibilità teorica di una trascrittasi inversa nelle infezioni dovute a SARS-CoV-2 (ovvero, che l’informazione genica venga implementato nel nostro genoma), questa si è dimostrata piuttosto una opportunità per future terapie antivirali, mentre è escluso che tale fenomeno possa riguardare i vaccini.

Lo studio israeliano

In attesa di analizzare un paper revisionato su rivista scientifica, possiamo attingere dalle informazioni rilasciate dal Ministero dalla sanità israeliano. Da queste non è emerge un accertato collegamento causale tra Pfizer e la miocardite.

Parliamo di appena 275 casi raccolti tra dicembre 2020 e maggio 2021, su circa cinque milioni di vaccinati. Il 95% dei pazienti ha riportato forme lievi, mentre il 5% è stato dimesso dopo quattro giorni di ospedalizzazione.

«Esiste un probabile legame tra la somministrazione della seconda dose (di Pfizer) di vaccino e la comparsa di miocardite tra gli uomini di età compresa tra i 16 e 30 anni», afferma un nota governativa.

I dati americani

Stando ai dati il fenomeno riguarderebbe in particolare la fascia tra i 16 e 19 anni. I CDC americani hanno recentemente rilevato casi simili in sette ragazzi tra i 14 e 19 anni, vaccinati con Comirnaty tra aprile e maggio di quest’anno.

Secondo il Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), negli Stati Uniti risulterebbe un numero superiore del previsto di miocarditi nei ragazzi tra i 16 e 24 anni. Non di meno, questo sistema di sorveglianza è basato su mere segnalazioni non verificate. Non è la prima volta che viene usato per fabbricare pericoli immaginari collegati ai vaccini.

Conclusioni

Non è possibile stabilire un nesso causale tra il vaccino di Pfizer e i pochi casi di miocardite riscontrati in Israele e negli Stati Uniti. La miocardite e i problemi cardiovascolari in generale, hanno già altri fattori di rischio noti, che in un contesto di vaccinazione di massa, creano un rumore di fondo.

In generale i benefici dovuti alla vaccinazione, proteggono proprio i soggetti che rientrano in questi fattori di rischio, in quanto la Covid-19 può manifestarsi nelle sue forme più gravi proprio in questo tipo di pazienti. Viceversa i soggetti che dopo il vaccino avrebbero manifestato miocardite, non hanno avuto complicazioni rilevanti.

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Foto di copertina: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO | A health care worker prepares a dose of the Pfizer anti-Covid-19 vaccine at the new vaccination hub set up in Novegro, near Milan, Italy, 20 April 2021.

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