Sembra essere partita male la visita del candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini in Umbria. Arrivato ad Assisi con tanto di pulmino, il presidente dell’Emilia Romagna si è fermato insieme al segretario regionale Tommaso Bori e al sindaco della città umbra Stefania Proietti, in una via della città riservata esclusivamente ai residenti del centro storico autorizzati, rimanendo con il mezzo in sosta vietato per lungo tempo. A raccontare il mancato rispetto delle regole della strada il capogruppo della Lega nell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Stefano Pastorelli. «Una figuraccia in piena regola», ha scritto in una nota, «e non è una scusa il fatto che chi guidava il van di Bonaccini non conoscesse la zona, visto che i segnali stradali sono gli stessi in Umbria e in Emilia Romagna». E ancora: «Non sorprende l’atteggiamento del segretario Bori, uno di quelli schierati per l’altro candidato e nemmeno quello del sindaco Proietti la quale, pur conoscendo le strade assisane, non si è preoccupata di far notare la violazione». Poi uno dei più classici moniti: «Le regole valgono per tutti» e per questo «tutti dovrebbero essere sullo stesso piano, cittadini e politici, commercianti e sindaci, turisti e presidenti di Regione. Nelle piccole, grandi azioni quotidiane dimostri chi sei veramente. Non nei comizi o nelle conferenze stampa. E questo è il Pd, l’arroganza al potere». Il rimprovero si conclude con l’invito per Bonaccini a «fare un versamento di pari importo della multa, che nell’occasione non è stata fatta».
Le scuse
La questione avanzata ha meritato la risposta del Pd di Assisi: «Per motivi legati al dispositivo di sicurezza attivato, il mezzo con cui è arrivato il presidente Bonaccini è stato lasciato in sosta nei pressi del luogo dell’evento e dei mezzi delle forze dell’ordine presenti con un servizio di vigilanza riservato», spiegano i dem. «Il mezzo peraltro ha sostato per circa un’ora su uno stallo riservato a residenti che risultava libero al momento dell’arrivo». Ma a parlare anche i diretti interessati, quelli alla guida del pulmino del presidente di regione. «Ci scusiamo, abbiamo parcheggiato per errore in una zona riservata a persone autorizzate. Staremo più attenti, non succederà più», hanno replicato i volontari.
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