Bonaccini (Pd): «La destra urla sulla sicurezza ma poi vuole bloccare le indagini»

Il candidato alla segreteria del Pd: Calenda e Renzi? Un teatrino

Il candidato segretario del Partito Democratico Stefano Bonaccini all’attacco del governo Meloni sullo spoils system e sulla riforma della giustizia. In un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano il presidente dell’Emilia-Romagna se la prende prima di tutto con le minacce di usare il machete contro i dirigenti pubblici: «Governare significa assumersi le responsabilità delle proprie scelte. Hanno intenzione di scaricare le colpe delle maggiori accise su benzina o gasolio sui vertici dell’amministrazione? O è colpa di un dirigente il taglio del fondo per gli affitti? Avevano detto di essere “pronti”, evidentemente non lo erano. Scelgano i dirigenti che vogliono ma a risponderne chiameremo loro». Poi attacca “la destra” sulla riforma della Giustizia: «Non può esserci una giustizia à la carte: la pretesa di cambiarla ogni volta che c’è un nuovo governo è esattamente la ragione per cui la giustizia in Italia non funziona. Avevamo condiviso una riforma importante col precedente governo, in cui c’erano anche Lega e Forza Italia se non sbaglio. Ma evidentemente hanno un problema: quando parlano di sicurezza urlano, ma poi hanno bisogno di bloccare le indagini e far saltare i processi». E parla di “teatrino” a proposito di Calenda, Renzi e il Movimento 5 Stelle: «Chi ha vinto le elezioni governi, chi le ha perse faccia opposizione. Se il tempo che M5S e Terzo Polo impiegano a criticare il Pd lo utilizzassero per incalzare il governo saremmo quasi in un Paese normale». E per Renzi c’è anche una replica dedicata riguardo i soldi dall’Arabia Saudita: «Ognuno è ovviamente libero di fare ciò che crede, se permesso dalla legge. Nel Pd, se diventerò segretario, ciò non sarà possibile. Come non sarà possibile neppure ricevere biglietti aerei o alberghi pagati da terzi, non solo consulenze».


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