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Il governo e le nomine, nel mirino l’Inps e il Dis: «Abbiamo diritto di scegliere. Il Pd vuole comandare dopo aver perso?»

06 Gennaio 2023 - 04:37 Redazione
guido crosetto giorgia meloni inchiesta finanziamento illecito
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Crosetto: ci vuole più potere per chi decide. Donzelli: non siamo obbligati a tenerceli

Sullo spoils system il governo Meloni tira diritto. E mette nel mirino Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro. Subito dopo potrebbe toccare ad Elisabetta Belloni. La direttrice generale del Dipartimento per le informazioni sulla sicurezza, potrebbe presto lasciare l’incarico. Al suo posto, scrive oggi La Stampa, potrebbe andare Giuseppe Zafarana, comandante generale della Guardia di Finanza. Anche se proprio lei era stata considerata papabile per il Quirinale da Giorgia Meloni. Ma nel frattempo è finita in polemica con Matteo Renzi sul caso Autogrill. Ma soprattutto, l’esecutivo difende il principio delle nomine: «Abbiamo il diritto di scegliere con chi vogliamo lavorare. Basta con l’occupazione del Pd», dice il ministro della Difesa Guido Crosetto. Mentre Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia rincara la dose: «Vogliono comandare dopo aver perso? Noi non li lasceremo nei posti chiave».

Lo spoils system di Fratelli d’Italia

A spiegare le ragioni dello spoils system è oggi Crosetto in un’intervista al Corriere della Sera. Il ministro aveva evocato il machete per le nomine dopo le correzioni chieste dalla Ragioneria dello Stato all’esecutivo sulla Legge di Bilancio. Oggi corregge, ma solo in parte, il tiro: «Potevo dire fiamma ossidrica o forbici, visto che parlavo di lacci e catene, è vero. Se basta per poter avere un confronto serio, correggo il termine. Ma il tema resta. Qui non c’entra lo spoils system, c’entra la non funzionalità di un sistema i cui i tempi, le cui procedure, i cui vincoli, rendono infinitamente più difficile per tutti operare, a ogni livello, rispetto a qualsiasi altro paese moderno. Il Pnrr ci concede miliardi da spendere in opere pubbliche. Sa quanto ci vuole in Italia mediamente per rendere finale un’opera da oltre 100 milioni? Oltre 17 anni! E sa quanti anni prevedeva il Pnrr per la realizzazione finale di un progetto? Cinque anni che ora sono diventati quattro». 

Meloni pigliatutto?

Crosetto però difende l’esecutivo: «Meloni pigliatutto perché a ruolo di commissario per la ricostruzione post terremoto non abbiamo confermato l’esponente del Pd Legnini? Cioè dopo che il Pd ha stipato di suoi eletti, ex eletti o funzionari tutte le istituzioni della Repubblica, noi saremmo obbligati a tenerceli? In pratica qualsiasi cosa decidano gli italiani, al governo dovrebbe rimanere sempre il Pd? Mettiamolo in Costituzione e facciamo prima: articolo 1, “la sovranità appartiene al Pd”». Mentre su Rivera, che il ministro Giorgetti vorrebbe invece mantenere nel suo ruolo, esclude ingerenze della premier: «Escludo che la premier voglia scegliere i collaboratori di un ministro o viceversa». Intanto anche Nicola Magrini ha salutato: il direttore generale dell’Aifa non ha visto confermato il suo incarico.

Donzelli e l’Inps

Il responsabile organizzativo di FdI in un’intervista a Il Giornale è invece più netto: «Ma davvero pensavano che una volta al governo avremmo lasciato gli uomini piazzati dal Pd nei posti chiave? Ma questi pensavano di perdere le elezioni e continuare a decidere tramite i loro uomini? Una roba lunare!». Ma Donzelli annuncia anche la prossima sostituzione in arrivo, parlando dell’Inps e delle critiche sul reddito di cittadinanza: «Cosa vota Tridico mi è del tutto indifferente. I danni che ha fatto all’Inps no. Le scelte che faremo verranno giudicate alla prova dei fatti. Alle persone che indichiamo non chiediamo di mostrarci tessere politiche ma di dare prova della loro competenza e lealtà alla linea politica del governo. La Meloni su questo ci mette la faccia e non vuole avere alibi: quindi vuole le persone migliori nel posto giusto». In bilico, racconta l’agenzia Dire, ci sono anche Marcello Minenna (Agenzia delle Dogane), Alessandra Dal Verme (Demanio) ed Ernesto Maria Ruffini (Entrate). Il primo, nominato dal M5s, è dato in uscita. La seconda in bilico. Il terzo potrebbe avere la riconferma.

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