Balneari, verso la proroga delle concessioni: via la scadenza a fine 2023

Uno a firma FdI, gli altri due elaborati sotto la regia di Lega e Fi: le modifiche al Milleproroghe servono ad aggirare la legge sulla concorrenza

A mezzogiorno di ieri, 19 gennaio, scadeva il termine per presentare gli emendamenti al decreto Milleproroghe. Ne sono arrivati più di 1.300 alle commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio del Senato. Gli emendamenti segnalati, ovvero quelli che avranno una via preferenziale per essere vagliati dai membri delle commissioni, potranno essere al massimo 250. Tra questi, almeno uno dovrebbe trattare lo slittamento della scadenza delle concessioni balneari. Porta come prima firma quella della senatrice Lavinia Menunni, di Fratelli d’Italia, il testo che richiede di eliminare il termine del 31 dicembre 2023 per le concessioni in essere ed esterne la durata fino al varo di una riforma complessiva del settore. La proposta cancella l’attuale scadenza, fissata dalla legge sulla concorrenza del governo Draghi e confermata dal Consiglio di Stato. Le concessioni, si legge, «continuano ad avere efficacia fino all’approvazione della legge di riforma organica della relativa disciplina».


Al momento, la scure del 31 dicembre prevede «la cessazione di efficacia dei termini delle proroghe stabilite per le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per l’esercizio di attività turistico-ricreative e sportive nonché dei rapporti di gestione relativi ad attività con finalità turistico-ricreative e sportive». Oltre alla proposta di FdI, a intervenire sull’articolo della legge sulla concorrenza ci sono anche due emendamenti scritti sotto la regia di Lega e Forza Italia. «Prosegue l’attività di sostegno dnei confronti delle imprese balneari che rappresentano un tessuto importante per il turismo e l’economia del nostro Paese e che, purtroppo, hanno subito danni anche a causa delle ultime calamità climatiche. Dobbiamo trovare una soluzione rapida, e nei modi dovuti, per tutelare le aziende del settore – dichiara il forzista Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato -. Per questo abbiamo presentato due emendamenti al dl Milleproroghe, a firma Ronzulli, Gasparri, che prorogano le scadenze previste nel decreto concorrenza dell’allora governo Draghi, di uno o due anni, tempo entro il quale, secondo noi, vanno trovate soluzioni definitive una volta per tutte».


+Europa: «Un sistema iniquo che permette ai gestori del Papeete di fatturare milioni ogni anno, pagando un canone di poche migliaia di euro»

Gasparri sottolinea che i due emendamenti «sono stati condivisi anche dalla Lega con i senatori Marti e Centinaio. Una trasversalità reciproca la nostra, visto che anche io ho firmato l’emendamento presentato da Marti, Centinaio e altri senatori leghisti. Sul tema ho avuto modo di confrontarmi anche con il senatore Malan, capogruppo FdI in Senato». Le opposizioni insorgono contro il tentativo di proroga delle concessioni della maggioranza. Tra i più solerti a prendere posizione è +Europa: «La maggioranza sembra andare spedita verso una nuova proroga di un anno o due delle concessioni Balneari. Non è certo una sorpresa ma è comunque una vergogna – afferma Giordano Masini, coordinatore della segreteria del partito -. Le gare sono uno strumento a difesa dei consumatori, della concorrenza e del lavoro, permettono di avere un’offerta migliore a prezzi migliori. Prorogarle ancora significa continuare ad affrontare le procedure di infrazione avviate nei nostri confronti dall’Ue e perpetuare un sistema iniquo che permette ad esempio ai gestori del Papeete di fatturare milioni ogni anno pagando un canone di concessione di poche migliaia di euro per il tratto di litorale occupato. E a proposito di Papeete, sapete a quale ministro potrebbe essere affidato il dossier Balneari, dopo l’ennesima proroga? Esatto, proprio a Salvini. Chissà cosa mai potrebbe andare storto».

Alleanza verdi e sinistra: «La regia di questo emendamento è della ministra Santanchè che, per non essere accusata di conflitto di interesse, dà il via libera al suo partito»

Da Alleanza verdi e sinistra, invece, si imputa la regia di questa operazione alla ministra del turismo Daniela Santanchè, imprenditrice nel settore balneare: «FdI sta tutelando privilegi inaccettabili di chi paga le concessioni 1 euro al metro quadro ogni anno. Lo stabilimento Twiga di Briatore e Santanchè, la quale ha attualmente ceduto quote al suo compagno, paga, per esempio, allo stato 18 mila euro anno mentre fattura 4 milioni di euro. In Italia, il fatturato delle concessioni demaniali marittime è sui 7 miliardi di euro l’anno ma allo Stato arrivano poco più di 100 milioni di euro l’anno dalle concessioni, con un’evasione di oltre il 50%». Lo scrive in una nota Angelo Bonelli, deputato e co-portavoce nazionale di Europa Verde. «FdI tutela dei privilegi inaccettabili e consente la svendita del demanio dello Stato che, in questi decenni, ha subito una gravissima cementificazione. Con l’emendamento in questione, si dichiara guerra all’Europa e ai tribunali dello Stato che, più di una volta, hanno ribadito la necessità di applicare la direttiva europea Bolkestein. È tollerabile che le nostre coste siano svendute per pochi euro? È tollerabile che la presidente Meloni consenta che il patrimonio degli italiani sia svenduto per pochi euro accettando, per di più, un’evasione indecente? È chiaro che la regia di questo emendamento è della ministra Santanchè che, per non essere accusata di conflitto di interesse, dà il via libera al suo partito».

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