In Evidenza ENISiriaUSA
FACT-CHECKINGIncidenti aereiNepalVideo

No! Questo video non mostra l’aereo dell’incidente in Nepal di gennaio 2023

20 Gennaio 2023 - 17:03 Antonio Di Noto
In realtà, il video risale al 2021 e mostra l'incidente che ha coinvolto il prototipo di un velivolo militare russo

Lo scorso 15 gennaio un aereo della nepalese Yeti Airlines si è schiantato al suolo vicino alla città di Pokhara. Nello schianto sono morte 71 persone, mentre si cerca ancora, con flebile speranza di ritrovarlo vivo, l’ultimo disperso. Negli ultimi giorni, un video ha iniziato a circolare sui social. Secondo chi lo condivide, mostra l’incidente aereo in Nepal. In verità, però, lo schianto mostrato non è quello avvenuto nel Paese asiatico. L’aereo nel filmato, infatti, è un velivolo militare russo schiantatosi nel 2021.

Per chi ha fretta

  • Alcuni utenti condividono sui social un video sostenendo che mostri l’incidente aereo che ha portato alla morte di 71 persone in Nepal.
  • In realtà, il video risale al 2021 e mostra l’incidente che ha coinvolto il prototipo di un velivolo militare russo.

Analisi

Di seguito possiamo vedere uno dei post che condivide il video in oggetto. Nella descrizione si legge:

«ECCO IL VIDEO DELLO SCHIANTO DELL’AEREO IN NEPAL. Aereo precipita in atterraggio in Nepal, decine i morti. A bordo 72 persone, 15 gli stranieri. ‘Pilota ha evitato case’. Lo schianto poco prima dell’atterraggio. Un aereo Atr 72, operato dalla Yeti Airlines nepalese, è precipitato a solo un chilometro e mezzo dall’aeroporto internazionale di Pokhara, famosa meta turistica a 200 chilometri dalla capitale Katmandu, da dove era partito. A bordo c’erano 68 passeggeri e quattro membri dell’equipaggio, 37 uomini, 25 donne, tre bambini e tre neonati, ha riferito l’autorità per l’aviazione civile locale, specificando che i soccorritori hanno recuperato il corpo di un piccolo di pochi mesi. Al momento sono 68 le vittime confermate. Il disastro aereo è il più grave degli ultimi trent’anni nel piccolo Paese dell’Asia meridionale. Sul volo si erano imbarcati anche 15 stranieri, ha reso noto la compagnia aerea, cinque provenienti dall’India, quattro russi, due sudcoreani, un australiano, un argentino, un irlandese e un francese. Non risulta che ci fossero italiani a bordo. I funzionari del nuovo scalo himalayano, inaugurato solo due settimane fa, hanno detto che il bi-elica (che secondo i dati del tracker volava da 15 anni) è caduto durante l’avvicinamento: era decollato alle 10.30 (ora locale) e ha avuto l’ultimo contatto con la torre di controllo alle 10.50. Pochi secondi dopo, il violento impatto sulle rive del fiume Seti Gandaki. Le ricerche, a cui hanno preso parte per tutta la giornata centinaia di militari nepalesi, sono state sospese con il calare della sera, ha riferito il portavoce dell’esercito, e riprenderanno domani mattina: “Ci aspettiamo di recuperare più corpi. L’aereo è andato in pezzi”, ha spiegato. Diversi video e immagini dell’aereo pericolosamente basso sulle case dell’area di Pokhara, postati sui social dai residenti e rilanciati dai siti internazionali, mostrano la virata brusca e improvvisa dell’Atr 72. “Il pilota ha fatto del suo meglio per non colpire le case. C’era solo un piccolo spazio dove non ci sono abitazioni, proprio accanto al fiume Seti e l’aereo è finito lì”, ha raccontato una testimone che ha visto il velivolo mentre precipitava. “Quando sono arrivata sul luogo dell’incidente era già pieno di gente. L’aereo era in fiamme, c’era tanto fumo. E poi gli elicotteri sono arrivati, in pochissimo tempo”, ha aggiunto. Il portavoce militare ha osservato che l’aereo è caduto in una gola di 300 metri “quindi è difficile recuperare le vittime rimaste tra i rottami”. Per tutta la giornata si sono rincorse notizie di sopravvissuti. La Bbc ha riferito di “persone gravemente ferite portate in ospedale”, ma chiarendo che non c’era nessuna conferma ufficiale. Le autorità nel tardo pomeriggio hanno affermato che nessun sopravvissuto era stato trovato fino a quel momento. Dopo l’incidente, il primo ministro nepalese Pushpa Kamal Dahal ha convocato una riunione di emergenza e formato una commissione d’inchiesta per indagare sulle cause dell’incidente. L’industria aerea nepalese ha aumentato particolarmente le sue attività negli ultimi anni, con il trasporto di merci e passeggeri tra aree difficili da raggiungere, oltre a escursionisti e scalatori stranieri che raggiungono il Paese con otto delle dieci vette più alte del mondo. Il Nepal ha anche alcune delle piste d’atterraggio più remote e difficili del pianeta, fiancheggiate da cime innevate con discese che sono una sfida per i piloti più esperti. Gli operatori aerei affermano che nel Paese non ci sono infrastrutture per previsioni meteorologiche accurate, specialmente nelle aree con terreno montuoso impegnativo dove in passato si sono verificati incidenti mortali. Oggi il tempo era bello a Pokhara, il cielo nitido, ma non ha aiutato a evitare la sciagura.»

Come fa notare anche un utente nei commenti. Il contesto attribuito al video è erroneo. Il filmato infatti risale a un incidente nel quale è rimasto coinvolto un prototipo di aeromobile che era sottoposto a un test di volo. Ad un certo punto, l’aereo, che stava sorvolando la zona della base aerea di Kubinka, nelle campagne moscovite, si è inclinato da un lato, per poi prendere fuoco. Nell’incidente, avvenuto il 17 agosto 2021, sono morte tre persone. Il tutto è documentato in un articolo del Moscow Times nel quale viene mostrato il video. L’articolo risale all’agosto del 2021, così come il video caricato sul “Facebook russso”, il social network Vk. Prova inconfutabile del fatto che il video non può essere stato girato nel 2023.

Conclusioni

Alcuni utenti condividono sui social un video sostenendo che mostri l’incidente aereo che ha portato alla morte di 71 persone in Nepal. In realtà, il video risale al 2021 e mostra l’incidente che ha coinvolto il prototipo di un velivolo militare russo.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

Leggi anche:

Articoli di FACT-CHECKING più letti