Ucraina, nuovi blackout e 11 vittime dopo i raid russi. La Polonia accelera: «Tank in arrivo entro pochi settimane»

I sistemi di difesa di Kiev hanno abbattuto 47 dei 55 missili russi lanciati sul Paese. Zelensky: «Putin non è nessuno, non mi interessa parlargli»

È di almeno undici morti e altrettanti feriti il bilancio (provvisorio) tracciato a metà pomeriggio dalle autorità ucraine dopo i massicci bombardamenti lanciati oggi dall’esercito russo sul Paese. Il comandante delle forze armate di Kiev, Valerii Zaluzhnyi, ha fatto sapere che 47 dei 55 missili russi sono stati abbattuti. Di questi, una buona parte era indirizzata proprio sulla capitale Kiev, dove già questa mattina sono state udite forti esplosioni. A causa del continuo pericolo di un attacco missilistico, DTEK, il principale fornitore privato di energia in Ucraina, sta effettuando interruzioni di emergenza dell’energia elettrica a Kiev e nel resto della regione della capitale, oltre che nelle regioni di Odessa e Dnipropetrovsk. In seguito ai nuovi attacchi di oggi, l’azienda ha fatto sapere che i lavori di riparazione potrebbero durare a lungo. Secondo quanto riporta il fornitore di energia statale ucraino Ukrenergo, l’offensiva russa di oggi segna il 13esimo attacco missilistico alla rete energetica del Paese.


La visita della ministra francese a Odessa

In tarda mattinata, l’allarme aereo è gradualmente cessato in tutte le regioni dell’Ucraina, a partire da Odessa, Sumy e Chernihiv. Nella provincia orientale ucraina di Donetsk, invece, le forze russe continuano ad avanzare. A renderlo noto è il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov. Secondo il Cremlino, durante l’avanzata sarebbe stato distrutto anche un deposito di munizioni di artiglieria ucraino (situato a ovest di Bakhmut), insieme ad alcuni lanciarazzi e a un radar AN/TPQ-50 di fabbricazione americana. L’attacco missilistico ha anche ritardato di qualche ora l’arrivo a Odessa della ministra degli Esteri francese Catherine Colonna. «Grazie per la sua coraggiosa visita», le ha risposto il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba, ricordando l’approssimarsi del primo anniversario dell’invasione russa che ha dato inizio al conflitto.


Zelensky: «Putin non è nessuno»

Accanto agli scontri sul campo di battaglia proseguono poi gli scambi di accuse tra Mosca e Kiev. In un’intervista a Sky News, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di «non essere interessato» a incontrare Vladimir Putin per i colloqui di pace. Secondo Zelensky, il presidente russo «non è nessuno» e «vive in una bolla informativa», che gli impedisce di sapere cosa succede davvero sul campo di battaglia. Pronta la replica del Cremlino, che, tramite il portavoce Dmitry Peskov, ha escluso categoricamente la possibilità di un colloquio tra Putin e Zelensky.

Rinforzi in arrivo

L’Ucraina preme sull’acceleratore intanto perché dagli annunci dei governi Nato si passi ai fatti sulla consegna di carri armati. I primi potrebbero arrivare dalla vicina Polonia, da sempre in prima linea sulla fornitura. «Sono convinto che potremo consegnare i carri armati Leopard all’Ucraina entro poche
settimane
», ha detto il viceministro della Difesa di Varsavia Wojciech Skurkiewicz parlando all’emittente polacca Radio Plus. «Non appena gli ucraini saranno addestrati, saremo pronti a consegnare loro questa attrezzatura», ha aggiunto il viceministro, ricordando che Varsavia è pronta a inviare a Kiev una batteria di 14 tank di fabbricazione tedesca. Secondo il governo russo, la fornitura di carri armati a Kiev sarebbe l’ennesima prova del coinvolgimento diretto dell’Occidente nel conflitto in Ucraina. Peskov, però, ha sottolineato che le nuove forniture a Kiev annunciate in questi giorni dai partner occidentali «non cambieranno lo status dell’operazione militare russa in Ucraina».

Foto di copertina: EPA / SERGEY KOZLOV | Un edificio residenziale danneggiato dai bombardamenti a Kharkiv, in Ucraina (25 febbraio 2023)

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