Incidente a Fonte Nuova, l’unico sopravvissuto allo schianto: «I corpi dei miei amici mi hanno protetto, perché proprio io?»

Le parole di Leonardo Chiapparelli dopo aver saputo della morte dei cinque amici sulla Nomentana

«Perché proprio io?». Sono le prime parole di Leonardo Chiapparelli, l’unico sopravvissuto dell’incidente stradale avvenuto nella notte di giovedì 26 gennaio sulla Nomentana dove hanno perso la vita cinque giovani: Flavia Troisi, Valerio Di Paolo, Alessio Guerrieri, Simone Ramazzotti, Giulia Sclavo. «Sono sopravvissuto, non so come. Ero al centro sul sedile posteriore: i corpi dei miei amici mi hanno protetto», ha detto citato da Repubblica. Stando ai primi accertamenti, come spiegano i carabinieri della compagnia di Monterotondo, coordinati dal procuratore capo di Tivoli Francesco Menditto chi guidava la Fiat 500 – di proprietà della madre di Valerio Di Paolo – stava percorrendo «quella strada a velocità elevata prima di perdere il controllo» e schiantarsi contro un albero. Dopo il violento impatto, in 5 non ce l’hanno fatta, mentre il sesto componente del gruppo, «Leo» – trasportato all’Ospedale Sant’Andrea di Roma – non sarebbe in pericolo di vita. Nella serata di ieri, sabato 27 gennaio, la Tac ha dato esito negativo: sta bene ma si troverebbe sotto shock. Ha saputo da suo padre che i suoi amici non ci sono più e presto potrebbe essere sentito dai carabinieri come testimone chiave di quello che è successo a Fonte Nuova, dove nel 2007 altri 5 ragazzi avevano perso la vita. Ad avere il cuore spezzato è il padre del 21enne, Giuseppe Chiapparelli, che al quotidiano romano ha confessato di aver perso cinque figli. «È vivo (Leonardo, ndr), ma stanotte ho perso cinque figli. Perché sono cresciuti tutti insieme. Si volevano bene, erano come fratelli. Stavano spesso da noi. Non posso pensare al dolore dei genitori. Non si può morire così». L’esatta ricostruzione della dinamica è ancora in via di definizione. Si attendono gli esiti delle autopsie e degli esami tossicologici, così come le verifiche sui telefonini dei ragazzi.


Il padre di Flavia: “Non credo alla corsa, forse un guasto alla macchina”

Il padre della ragazza a bordo, Flavia, ha fatto alcune dichiarazioni. Soprattutto ha spiegato di non credere alla versione della corsa fatale: «Forse si è piantata una ruota, forse un guasto all’autovettura. A 21 anni i ragazzi non hanno grande esperienza: qualche secondo di panico può essere costato la vita a tutti», ricostruisce parlando con La Stampa. Per il papà di Flavia «non c’è stata distrazione o velocità eccessiva, ma probabilmente un problema meccanico». «Flavia era una ragazza dolcissima, veramente brava. Ho parlato con altri amici e so che nessuno ha alzato il gomito, erano ragazzi responsabili. Lei si faceva accompagnare in auto da 2 o 3 persone fidate. Altrimenti ero io ad andarla a prendere: lo facevo sempre, lo avrei fatto anche questa volta», ha detto il padre Mario Troisi, di professione cameriere, parlando della figlia che aveva compiuto quella sera 17 anni. «Si può morire così?».


Foto copertina: ANSA/FACEBOOK LEONARDO CHIAPPARELLI | Una foto tratta dal profilo Facebook di Leonardo Chiapparelli, il ragazzo rimasto ferito e ricoverato a seguito dell’incidente automobilistico

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