Incidente a Fonte Nuova, il racconto del sopravvissuto: «Volevamo guidare tutta la notte»

I ricordi di Leonardo Chiapparelli: «Non c’era alcuna auto da recuperare»

Leonardo Chiapparelli è l’unico sopravvissuto dell’incidente a Fonte Nuova che ha causato la morte di cinque ragazzi. Nei giorni scorsi era circolata l’ipotesi che l’altissima velocità a cui viaggiava la Fiat 500 fosse all’origine dell’incidente. Ma la storia dei “passaggi da Formula 1” è stata successivamente smentita dagli inquirenti. Leonardo, ancora ricoverato al Policlinico Sant’Andrea, ha raccontato ai carabinieri cosa è successo quel 26 gennaio. «Eravamo tutti insieme al pub DK33, tutti e sei. E tutti siamo partiti da lì sulla 500. Non stavamo tornando a casa, stavamo andando in giro per la città senza una meta», ha detto secondo quanto riporta l’edizione romana di Repubblica. «Al volante c’era Valerio (Di Paolo, ndr) questo lo ricordo», ha detto. Era uno dei suoi migliori amici. Flavia Troisi e Giulia Sclavo, le due diciassettenni, e i quattro amici Valerio Di Paolo, Leonardo Chiapparelli, Alessio Guerrieri e Simone Ramazzotti erano al pub per festeggiare un compleanno.


L’incidente di Fonte Nuova

«Siamo usciti dal locale e stavamo andando in giro, non a casa e non al posteggio di piazza Vescovio, non c’era alcuna auto da recuperare», ha precisato Leonardo. Attualmente il ragazzo ha una frattura allo sterno, alla clavicola e alle costole. Ha anche un sopracciglio spaccato e un versamento al polmone. I carabinieri hanno chiesto a Leonardo anche come fossero seduti i sei amici dentro la 500 omologata per quattro. «Io ero dietro, seduto tra Simone e Alessio. Guidava Valerio. Ma non ricordo assolutamente dove si trovassero Flavia e Giulia», ha risposto lui. È probabile, secondo gli investigatori, che una delle due ragazze fosse seduta tra le gambe di Leonardo. Anche questo avrebbe contribuito ad attutire l’impatto per il ragazzo. Che non ricorda l’esatto momento: «C’è buio su quel versante». Ma il ragazzo ha precisato che il gruppo non stava tornando a casa: «Volevamo guidare tutta la notte».


La famiglia

Un amico di famiglia racconta invece gli attimi successivi all’incidente: «Alle 3 è squillato il cellulare della mamma. Era Leonardo. I soccorritori del 118 hanno fatto chiamare lui per non mettere in ansia la madre. Le ha detto che sentiva gambe e braccia, aveva mal di schiena e che non era grave ma che lo stavano portando in ospedale». In strada, in pochi minuti, è arrivata la mamma che ha visto lo scontro. Davanti alla porta del reparto la donna riesce a dire: «Sono devastata da un sentimento contrastante. Sono felice per mio figlio che è vivo, sono distrutta per la morte dei suoi amici. Tutti ragazzi che conoscevamo. Non ce la faccio a parlare e a gestire questa situazione».

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