Incidente a Fonte Nuova, l’auto dei ragazzi andava a 100 km/h. Esclusa ipotesi dei «passaggi da Formula 1», sospetti su un guasto

La stima è stata effettuata dagli inquirenti grazie alle telecamere di zona che hanno immortalato la Fiat 500 una sola volta sul posto dello schianto

La Fiat 500 su cui viaggiavano i cinque ragazzi morti a Fonte Nuova, vicino Roma, nella notte dello scorso 27 gennaio, andava a una velocità di circa 100 km/h. La notizia arriva dalla stima effettuata dagli inquirenti grazie all’analisi delle telecamere di zona: i video immortalano l’auto della comitiva una sola volta nel tratto della Nomentana dove è avvenuto lo schianto. Dati che escludono ufficialmente tutte le ipotesi avanzate nelle ultime ore su «ripetuti passaggi» che il veicolo avrebbe fatto sulla strada e su «una velocità da Formula 1» tenuta dall’auto. Ora sul mezzo verrà effettuata una perizia per accertare eventuali guasti tecnici prima del tragico impatto. Nella sera del 26 gennaio i sei ragazzi erano usciti a bordo della Fiat 500 omologata per 4. Alle 2:30 di notte lo schianto nel punto maledetto di via Nomentana, all’altezza del civico 611 di Tor Lupara, frazione di Fonte Nuova. Valerio Di Paolo, Alessio Guerrieri, Simone Ramazzotti (22 anni) e Flavia Troisi (17) sono morti sul colpo. Giulia Sclavo è deceduta al Policlinico Umberto I dopo il ricovero d’urgenza. L’unico sopravvissuto si chiama Leonardo, ha 22 anni, e dal “Sant’Andrea” continua a chiedersi «perché proprio io?».


La testimonianza smentita dei residenti

Poche ore dopo la tragedia un residente della strada ha dichiarato agli inquirenti di aver visto «la Cinquecento schizzare due volte» davanti a casa sua, «avanti e indietro in pochi secondi dalle due rotatorie vicine. Il gioco della Formula 1». La testimonianza è continuata con il racconto dell’impatto: «Un boato terribile. Tre corpi sono stati sbalzati fuori, sull’asfalto. Uno era di una ragazza». Ora le telecamere smentirebbero la ricostruzione dei diversi passaggi sulla stessa strada. Uno dei nodi cruciali spiegati dagli inquirenti è invece il numero di passeggeri a bordo dell’auto: «Se ci fosse stato il giusto numero di occupanti non sarebbe finita così. La massa eccessiva dentro l’abitacolo è stata la condanna», ha spiegato un investigatore impegnato nell’inchiesta. «Ora attendiamo anche gli esiti dei test per l’assunzione di alcol e le autopsie disposte dalla procura, la comitiva era stata in un locale». Intanto la Procura di Tivoli ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, l’indagine, al momento, è a carico di ignoti.


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