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La mazzata sui fondi pensione, crollano i rendimenti nel 2022: perché va meglio a chi ha tenuto il Tfr in azienda

30 Gennaio 2023 - 11:46 Redazione
Per quanto riguarda le risorse destinate alle prestazioni dei fondi di previdenza integrativa si registra un calo di - 7,7 miliardi rispetto al 2021

Crollano i rendimenti dei fondi di previdenza integrativa nell’ultimo anno. Una riduzione provocata dal drastico calo dei mercati azionari e del rialzo dei tassi di interesse registrato nel 2022. Prospettiva che inquieta se paragonata al Tfr (Trattamento di fine rapporto) che si è rivalutato dell’8,3%. Rivalutazione legata a doppio filo con la crescita dell’inflazione. È quanto rileva la Covip – Commissione di vigilanza sui Fondi Pensione, che riferisce di rendimenti netti pari al -9,8% per i fondi negoziali, al -10,7% per i fondi aperti e del -11,5% per i PIP (Piani pensionistici individuali) di ramo III. Ampliando, invece, lo sguardo dal 2013 al 2022 il rendimento annuo composto, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, è stato del 2,2% per i fondi negoziali, del 2,5% per i fondi aperti a fronte di una rivalutazione del Tfr del 2,4%. Inoltre, l’analisi Covip rileva che a fine 2022 le posizioni presso le forme pensionistiche complementari sono 10,3 milioni, in crescita di 564mila unità, ovvero del 5,8% in più rispetto alla fine del 2021. Nei fondi negoziali si registrano 349mila posizioni in più rispetto alla fine dell’anno precedente (+10,1%), per un totale di 3,806 milioni. Un incremento che dipende fortemente dall’apporto della adesioni contrattuali, ovvero quelle basate sui contratti collettivi con iscrizione automatica dei nuovi assunti e il versamento di un contributo minimo a carico del datore di lavoro

Risorse in calo di oltre 7 miliardi

Per quanto riguarda le risorse destinate alle prestazioni dei fondi di previdenza integrativa risultano pari a 205 miliardi euro al 31 dicembre 2022, ovvero – 7,7 miliardi (-3,6%) rispetto a dicembre dell’anno precedente. Nei fondi negoziali, l’attivo netto è di 61,1 miliardi di euro (-6,5%), esso ammonta a 28 miliardi nei fondi aperti (-3,2%) e a 45,1 miliardi nei PIP “nuovi” (+2,6%). Nell’anno appena trascorso i contributi incassati da fondi negoziali, aperti e PIP sono stati pari a 13,9 miliardi di euro (+4,2% al 2021). L’aumento si registra in tutte le forme pensionistiche, variando dal 4,5% per i fondi negoziali, al 7,8% per i fondi aperti, al 2% per i PIP.

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