Cospito, la giornata dei cortei anarchici in tutta Italia: «Il 41 bis è tortura». Tafferugli con la polizia a Roma e Milano

Sit-in e scontri nella capitale e di fronte al carcere di Opera. Manifestazioni anche in molte altre città, da Bologna all’Aquila, da Pisa a Cagliari

Giornata di manifestazioni in diverse città d’Italia, oggi 4 febbraio, in solidarietà ad Alfredo Cospito, il detenuto condannato per strage politica e recluso al 41 bis nel carcere milanese di Opera e da oltre 100 giorni in sciopero della fame contro il regime di massima sicurezza. Scontri fisici e verbali con la polizia, lancio di oggetti e fumogeni hanno caratterizzato tanto il sit-in di Milano – tenuto davanti al carcere di Opera dove è rinchiuso Cospito – quanto a Roma, in piazza Vittorio. Ma iniziative di protesta si sono svolte in molte altre città d’Italia, da Bologna all’Aquila, da Pisa a Cagliari, da Cosenza a Massa Carrara.


Disordini davanti al carcere

Dagli anarchici che manifestano a Milano davanti al carcere di Opera sono partiti anche sputi e insulti verso le forze dell’ordine. Nel pomeriggio di oggi, 4 febbraio, di fronte alla struttura penitenziaria alle porte del capoluogo lombardo si è riunito un presidio di sigle anarchiche. Sul prato, a controllare la situazione, ci sono la polizia penitenziaria e i Carabinieri in assetto antisommossa. Sugli striscioni dei circa 200 manifestanti si legge: «Contro il 41 bis. Per un mondo senza galere. Libertà per tutti e tutte». Lasciato il prato, tra fumogeni, cori e striscioni, il corteo si è avvicinato all’edificio per rivolgere un saluto a tutti i detenuti. In realtà sono stati tirati fumogeni e sassi contro la prigione. I manifestanti hanno percosso con violenza la recinzione della struttura penitenziaria. Prima, avevano insultato le forze dell’ordine: «Servi della questura e dello Stato», accusato di «tortura» del 41bis. I collettivi anarchici protestano per esprimere il loro sostegno al loro compagno Già ieri, a Milano, nel presidio non autorizzato degli anarchici è rimasto ferito un cameraman.


Sit-in e tafferugli a Roma

Gli stessi messaggi vengono lanciati anche nella manifestazione di Roma, da dove si leva il grido: «Fuori tutti dal 41bis». Anche nella capitale sono stati scagliati fumogeni sulle forze dell’ordine. Inoltre, un gruppo di una decina di persone ha tirato bottiglie su una cordonata umana antisommossa che si era messa a protezione di un concessionario Fiat in via Porta Maggiore. Successivamente, il gruppetto formato da individui con il volto travisato si è riunito al corteo principale che prosegue la propria marcia. Sono stati accesi fumogeni neri e bianchi e sventolate bandiere anarchiche. «Al fianco di Alfredo, contro 41 bis ed ergastolo ostativo», si legge sugli striscioni. E ancora: «Hanno detto che siamo in combutta con la mafia, ma non hanno capito il significato della nostra lotta. Il carcere di Opera è un lager». Non sono mancati, poi, cartelli contro il il sottosegretario alla Giustizia Delmastro, il vicepresidente del Copasir Donzelli e i giornalisti.

«Il carcere uccide e lo stato tortura» si campeggiava sugli striscioni affissi in precedenza davanti ai cancelli dei giardini di piazza Vittorio, dove nel pomeriggio si è tenuto un sit-in. Tra i gruppi presenti nelle centinaia di manifestanti anche centri sociali come lo Strike e collettivi studenteschi della Sapienza. Dai giardini, il corteo si è mosso verso la zona est della capitale, verso i quartieri popolari, sempre ribadendo i capisaldi della protesta, coordinata a quella nel capoluogo meneghino. I manifestanti, arrivati sulla via Prenestina, hanno tentato poi di costruire delle barricate e hanno iniziato un fitto lancio di bottiglie verso le forze dell’ordine che, per respingerli, hanno fatto una serie di cariche di alleggerimento. Tre partecipanti alla protesta sono stati fermati dalla polizia e portati in Questura per essere identificati. Altri due sono rimasti feriti dagli scontri violenti.

A Pisa

Nel frattempo, cortei pacifisti hanno sfilato a Pisa, promossi da sigle di antagonismo cittadino come Potere Al Popolo. Anche nella città sull’Arno è stata ribadita «la solidarietà a Cospito che sta subendo da lungo tempo un’autentica tortura per mano dello Stato: il 41 bis è un istituto giuridico superato, che deve essere abolito e sostituito con l’applicazione di altri istituti giuridici esistenti, che non ledono la dignità delle persone» si sente affermare negli slogan.

A Cagliari

In piazza Garibaldi a Cagliari Un centinaio di persone si sono riunite per manifestare solidarietà ad Alfredo Cospito, «contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo», come spiegano gli organizzatori del sit-in, «e contro la repressione dello Stato Italiano e l’uso della Sardegna come colonia carceraria». Il presidio si è mantenuto pacifico con l’esposizione di striscioni dalle scritte “Lo Stato uccide nelle carceri, tutti liberi, tutte libere” e ancora “Dalla parte di chi lotta”. «Un sistema raccapricciante», ha detto una delle manifestanti in un intervento al microfono, «mi viene in mente il caso di Aldo Scardella a Cagliari, condannato al carcere prima di essere giudicato. Sappiamo come è finita (protagonista di un errore giudiziario, si suicidò in carcere, ndr). Esprimo il desiderio che le cose possano cambiare».

A L’Aquila

«Solidarietà ad Alfredo Cospito – 41 bis = tortura». Così recita lo striscione del gruppo di manifestanti del sit-in organizzato a L’Aquila. «La battaglia che Cospito sta meritoriamente portando avanti riapre il dibattito sulla necessità del superamento di due istituti inumani e incostituzionali, come l’ergastolo ostativo e il 41-bis, ma anche dell’intero sistema dei circuiti speciali di detenzione», spiega il volantino distribuito e letto al megafono. «Fin dalla sua istituzione il 41 bis è stato presentato come provvisorio e volto ad arginare lo stragismo mafioso, ma ben presto si è mostrato come uno strumento di vendetta, fondato su pratiche di vera e propria tortura per spingere i detenuti alla collaborazione, attraverso l’isolamento totale e la privazione dei più elementari diritti umani». Un presidio organizzato nella città il cui carcere ospita da qualche settimana anche il boss Matteo Messina Denaro. «L’Aquila è parte integrante di questo sistema di tortura e negazione dei diritti della persona. Non solo per la presenza di un super-carcere ma perché in esso è rinchiusa al 41 bis la più alta percentuale di detenuti a livello nazionale», continuano gli organizzatori.

A Cosenza

Movimenti anarchici sono scesi anche in piazza 11 settembre anche a Cosenza per sostenere Alfredo Cospito. Al grido di «fuori Alfredo dal 41 bis», una cinquantina di persone, perlopiù giovani, si sono ritrovati in strada: «Siamo in piazza perché secondo noi è una pena sproporzionata. Riteniamo comunque che nelle carceri ci sono esempi di abusi e vessazioni e anche il 41 bis è un trattamento al limite, che a volte sconfina nella tortura», hanno spiegato. Nel corso della manifestazione è stato anche esposto uno striscione con la scritta “No vendetta di Stato”.

Foto di copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI – Alcuni degli striscioni esposti davanti ai cancelli dei giardini di piazza Vittorio a Roma per il corteo anarchico in solidarietà ad Alfredo Cospito – 4 febbraio 2023.

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