Francia, una legge per regolamentare gli influencer: stop a promozioni di farmaci, interventi chirurgici e investimenti a rischio

La proposta di legge arriverà in Parlamento questo giovedì: possibile asse socialisti-macroniani per normare il business “fuori controllo” sui social media

La Francia potrebbe presto approvare una legge per regolamentare il lavoro degli influencer. La proposta del deputato socialista Arthur Delporte approderà all’Assemblée Nationale giovedì prossimo e punta a regolamentare lo status giuridico di chi lavora sui social e a vietare la promozione sulle piattaforme di prodotti farmaceutici, dispositivi medici e interventi chirurgici, in particolare quelli cosmetici. A fare eccezione sono invece le campagne governative per promuovere la salute pubblica. Ad essere colpiti potrebbero essere anche i prodotti finanziari considerati a rischio, come quelli che promuovono investimenti con guadagni «sicuri», in criptovalute o Nft. Il Paese transalpino, poi, punta a definire legalmente le agenzie di influencer, e i loro obblighi, la cui inadempienza può essere punita con sei mesi di reclusione e fino a 75 mila euro di multa, spiega la Repubblica. La responsabilità delle proprie azioni è esattamente il punto cardine della proposta, caldeggiata dal ministro per l’Economia Bruno Le Maire: «Al fine di combattere la diffusione di pratiche commerciali ingannevoli e illegali su Internet», spiegano dalla maggioranza di Macron.


Le pratiche scorrette

Secondo le autorità francesi, il 60% dei 150mila influencer del Paese violerebbe le norme sulla pubblicità e diritti dei consumatori. Nel bene e nel male, quello degli influencer resta un mondo per lo più non regolato. Nei giorni scorsi, nel Paese si è scaldato il dibattito attorno alla polemica che ha coinvolto il noto rapper Booba e la popolare agente di influencer Magali Berdah. Da mesi il rapper 46esse scredita pubblicamente la donna sollevando dubbi sulla qualità e sull’affidabilità dei prodotti venduti dagli influencer da lei seguiti. Booba accusa Berdah si incentivare la pratica del dropshipping, ad esempio. Ovvero la la vendita di prodotti che le aziende non hanno già in stock, ma acquistano solo dopo l’ordine del cliente, con possibili ritardi nelle spedizioni e oneri doganali imprevisti, spiega il Post.


Le frodi

Ma ci sono anche le frodi vere e proprie, come quella contestata a Nabilla Benattia Vergara, che Politico definisce «la Kim Kardashian di Francia». L’influencer è stata multata per 20 mila euro per aver promosso investimenti in bitcoin senza rivelare ai suoi 3,6 milioni di follower su Snapchat di aver ricevuto un compenso in cambio della visibilità offerta. L’attenzione, poi, è sui numerosi personaggi che guadagnano in Francia, ma vivono all’estero. Moltissimi, infatti, sono a Dubai. I testi che dovranno passare dal parlamento sono due, entrambi con il patrocinio di Delaporte. L’esame del secondo è previsto per la metà di marzo.

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